Politica

‘Salvare le casette di Aquilonia’, Todisco scrive a Franceschini

Ho ritenuto di scrivere al Ministero dei Beni Culturali per quanto di sconcertante sta accadendo ad Aquilonia per una vicenda che ne sta colpendo al cuore le radici identitarie”. Inizia così il post di Francesco Todisco, delegato di De Luca per l’alta velocità in Irpinia, sullo scontro in atto nel paesino altirpino. Il sindaco Giancarlo De Vito è intenzionato ad abbatterle, opposizioni e associazioni vogliono difendere l’insediamento nel centro di Aquilonia. Ma in questi giorni il dibattito è apertissimo.
Aquilonia è stata completamente ricostruita a seguito del cosiddetto “terremoto del Vulture” del 23 luglio del 1930, a due km di distanza dall’antico insediamento abitativo andato completamente distrutto. Di questa ricostruzione permane un residuo di otto casette asismiche per il ricovero dei terremotati sfollati.
Col tempo sono diventate il nucleo del centro storico del paese così come si è ricostruito e consolidato nel tempo. Traccia della memoria, segno della nuova origine di questa comunità”, continua Todisco.
Il Sindaco di Aquilonia – aggiunge l’ex delegato regionale alle aree interne – ha deciso di abbattere sei delle otto casette. Ed è a questo punto che accade qualcosa che sfugge nella valutazione dell’intera vicenda, poiché la locale Soprintendenza, prima (nel 2017), interviene bloccando, con parere, trasmesso al Segretariato regionale MIBACT, il piano di demolizione dichiarando opportuna la conservazione di quegli edifici (in ragione dell’identificazione comunitaria negli stessi e del valore storico-architettonico intrinseco); poi, nel 2020, la stessa Soprintendenza recepisce la sollecitazione contraria del Segretariato ed emana un nuovo parere in cui, smentendo se stessa, nega il valore culturale delle casette. In forza di questa procedura, quanto meno incoerente, il 3 settembre del 2020 la CoRePaCu Campania comunica al comune di Aquilonia che può disporre degli edifici come crede. Nel marzo del 2021, il Sindaco, non attendendo altro, dispone nuovamente per l’immediato abbattimento degli edifici.
“In Irpinia, dopo il sisma del 1980, abbiamo conosciuto il ritmo degli abbattimenti (a volte necessari, a volte interessati), il paesaggio mutevole della ricostruzione e la difficoltà a mettere radici a cui aggrappare il proprio animo e il proprio destino, fra storie cancellate, dimenticanze e ricostruzioni che hanno calpestato il passato.
Ad Aquilonia è attivo un comitato civico per la difesa di questa memoria. Non posso non immedesimarmi nell’impegno di questi cittadini che non chiedono altro se non il rispetto della propria identità e della propria radice comune – chiude Todisco -. Sono convinto di trovare, su questi presupposti, disponibilità all’ascolto e condivisione ideale da parte del Ministero dei Beni Culturali che non può non vedere le contraddizioni di tutta questa vicenda e, di conseguenza, non intervenire”.
IrpiniaPost

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