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Sant’Andrea e Procida, gemellate nel segno dei libri

Nella serata inaugurale della 62esima edizione della Fiera del libro di Procida, Sant’Andrea di Conza è sbarcata sull’isola Capitale italiana della cultura per un evento letterario e musicale che ha suggellato il gemellaggio tra le due comunità. Sulle note del sassofonista Marco Zurzolo e della sua band, coinvolgenti nella loro performance “I napoletani non sono romantici”, il sindaco di Sant’Andrea di Conza Pompeo D’Angola ha omaggiato la città di Procida consegnando al primo cittadino Raimondo Ambrosino un’opera d’arte in ferro battuto del maestro Giuseppe Cignarella.

“Aprire il 45esimo programma culturale santandreano, a Procida, è stato un onore – dichiara D’Angola -. Abbiamo fortemente voluto questo gemellaggio con la Capitale italiana della Cultura 2022 e crediamo nel connubio tra le nostre due comunità. A Procida la Fiera del libro è nata nel 1959, noi a Sant’Andrea invece cerchiamo da oltre quarant’anni di tenere vivo il borgo, uno dei centri storici più belli d’Irpinia, con le attività culturali. E la nostra Festa del libro è giunta alla decima edizione”.

Tra gli eventi in programma quest’anno a Sant’Andrea il 20 e 21 agosto, la presentazione del libro dell’assessore procidano Antonio Carannante, “Vagamente Procida”, che sarà occasione di ragionare sul ruolo della cultura nella promozione dei luoghi e sul rapporto tra aree interne e fascia costiera.

Il sindaco di Procida Dino Ambrosino: “Nel nostro piccolo stiamo rappresentando con il riconoscimento di Capitale della Cultura tutte le piccole comunità della Campania, come appunto Sant’Andrea di Conza. E stiamo cercando di declinare in mille modi la parola rigenerare lavorando sulle diverse location dell’isola”.

La visita procidana per la delegazione santandreana è stata occasione per tessere nuovi rapporti. Presenti a Marina Chiaiolella il consigliere delegato alla cultura Michele Assante Del Leccese, il direttore della Fiera del libro di Procida Rino D’Orio e Agostino Riitano, direttore di Procida Capitale della Cultura. “Il libro è veicolo di conoscenza dei luoghi e viceversa. Basti pensare che appena abbiamo avuto la nomina di Capitale della cultura le vendite dell’Isola di Arturo sono salite vertiginosamente”, ha sottolineato.

IrpiniaPost

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