Scuole e Area Pilota, questa volta hanno tutti ragione

Questa volta hanno ragione proprio tutti, dissidenti e lealisti. Dalla riunione del Progetto Pilota di venerdì, messe da parte per il momento le ostilità, sono arrivate parole condivisibili, persino banali per quanto ci sono sembrate appropriate. Si parlava di scuola o meglio: di riorganizzazione dei servizi scolastici nel perimetro dell’area pilota, venticinque comuni per circa 65mila abitanti da salvare dalla desertificazione demografica e produttiva. La scuola è tra i servizi fondamentali su cui la strategia delle aree interne chiede ai sindaci altirpini di intervenire, due i piani su cui si stanno concentrando le attenzioni degli sperimentatori-amministratori di casa nostra. Quello che tocca da vicino le attività formative con proposte utili all’aggiornamento del corpo docenti, allo sviluppo di percorsi extracurriculari che tengano in vita i piccoli istituti con pluriclassi, al rapporto tra scuola e lavoro. E quello dei trasporti perché – “banalità” – affinché tutto si realizzi fondamentale è la garanzia della mobilità per studenti e insegnanti.

Ha ragione Rosanna Repole quando dice la “banalità” delle scuole sicure in zona sismica. A distanza di qualche ora il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ad Avellino, le ha indirettamente risposto. “Sull’edilizia il lavoro continua in Irpinia e in tutte le aree a rischio sismico”, ha dichiarato l’esponente del Governo. Ha ragione anche quando fa notare che spesso in Alta Irpinia gli istituti scolastici hanno più sedi e che quindi sarebbe necessaria una deroga al bando regionale che attribuisce per il progetto “Scuola Viva” 55mila euro a scuola sia che le sedi siano una o quattro. “Finanziamenti proporzionati”, la sua richiesta. Ha ragione Stefano Farina quando sottolinea, ancora una volta, il problema mobilità: trasporti agevolati sul piano tariffario, trasporti per disabili, semplicemente trasporti che consentano di raggiungere le scuole o le aziende che ospitano i tirocini, che permettano di rientrare a casa a studenti che per “banali” ragioni anagrafiche non sempre possono muoversi in autonomia con mezzi propri. Hanno banalmente ragione Generoso Cresta e Gerardo Vespucci (intervenuto in quanto dirigente scolastico) nel ribadire che serve un minimo di razionalizzazione degli istituti superiori che superi i campanilismi ed eviti inutili doppioni, spesso privi di sostenibilità finanziaria. Vespucci ha doppiamente ragione quando prende atto che a essere carente oggi è l’offerta formativa sul territorio altirpino per diplomati e laureati. “Poli di formazione specializzata in loco” – la sua proposta, altrimenti i giovani andranno via comunque per eccellere nella loro professione.

La ragione banalmente sta pure nelle parole di Ciriaco De Mita. “Sarebbe importante per l’Alta Irpinia fare una forzatura che metta il provveditorato in condizione di venire incontro ai criteri adatti alle condizioni del territorio del Progetto Pilota e risolvere, così, il problema. Se non abbiamo questo potere, il Progetto Pilota stesso perde di credibilità”. Ed è proprio questo il punto, la “banalità” più grande emersa. Un’osservazione che vale oggi per la scuola e domani varrà per i trasporti o la sanità. La necessità di una “forzatura”, detta in altre parole di deroghe, di eccezioni, di cui al momento non si vede traccia. Se non scatta il meccanismo della deroga (e il meccanismo deve scattare a Roma o a Napoli, infatti se ne riparlerà con i tecnici del ministero dell’Istruzione) assisteremo ancora per un po’ a sindaci litigiosi o concilianti a seconda delle circostanze che si affannano nella ricerca di una soluzione ai mali dell’Alta Irpinia, magari brillanti nelle loro proposizioni o “intelligenti, ma che potrebbero fare di più”, i quali continueranno ad avere tra le mani una coperta troppo corta. Del resto finora nelle schede sulla scuola non abbiamo letto nulla di rivoluzionario o veramente innovativo: senza voler “banalizzare” il lavoro del tavolo ci pare di poter dire che siano stati scremati bandi e progetti nazionali o regionali esistenti, alla ricerca di fondi cui attingere, provando a modellarli sulla specificità altirpina. Attività che poteva e veniva fatta anche senza Progetto Pilota, oggi la novità è che si prova a farlo tutti insieme, in modo sistemico.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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