Sponz Fest, le giornate della terra

L’altopiano del Formicoso “dove il vento agita le idee” si è trasformato nel più stupefacente parco giochi per bambini. Asini, cavalli e muli. Buoi e contadini, balle di fieno. Canti e danze, dalla Puglia al Messico. E’ lo Sponz Fest, itinerante attraverso i campi. Adesso la carovana è già arrivata ad Aquilonia. Ha salutato Andretta con concerti e spettacoli. Mariachi Mezcal, Antonio Infantino, Antonio Pignatiello e altri. Col canto della terra al tramonto, quello di Enza Pagliara, Mariagrazia Madruzzato e Silvia Lodi.

Con Capossela onnipresente tra la folla e sul palco. Già, la folla. Non era semplice portare migliaia di persone in un luogo assolutamente inospitale. Qui il vento soffia senza tregua, le pale eoliche producono un suono terribile che quando uno passa in macchina non immagina neanche. E le luci della centrale, di notte, si accendono e si spengono con una cadenza regolare e inquietante. Il mulo simbolo dello Sponz 2015 “non se ne fotte“. Raglia che è una bellezza, lotta silenziosamente contro i tralicci e tranquillo si muove tra i bimbi e le loro madri, venute anche dalla Spagna.

E poi ci sono i campi arati, il cielo che è meraviglioso. E lo Sponz che dà una nuova vita pure al vento. Contrasti. Il secondo giorno è una parentesi meravigliosa che resterà un sogno per molti. Riabitare questi luoghi, non come si faceva una volta ma convertendo l’esistente, è un sogno impossibile?  Qui la modernità è avanzata fin troppo nel suo impatto visivo. Ha rosicchiato e mangiato il paesaggio. E soprattutto ha fatto sì che oggi l’agricoltura sia diventata occupazione di giovani coraggiosi e di anziani instancabili. Di questi e basta però! Agricoltura un settore di nicchia. Sostenuta dai progetti e dall’Europa che con l’aiuto di soggetti pubblici e privati, dal Gal Cilsi ai consorzi che stanno nascendo, cerca di attrarre lavoratori potenziali. Qui la terra sta provando a competere con l’industria e con il più competitivo spettro dell’emigrazione. Poche illusioni per chi abita qui, lo sappiano anche i turisti! In Alta Irpinia l’emorragia non si ferma e non tutti i giorni è festa di Sponz.

Il terremoto, come la guerra, è un acceleratore di meccanismi economici”, dice Paolo Rumiz nel documentario sull’Appia a proposito dei contrasti irpini. Bisaccia nuova, gli impianti del vento, le fabbriche dismesse. Per questo il secondo giorno del festival diretto da Capossela, tra i campi e la mietitura, è irreale. Magari di buon auspicio tuttavia. Irreale e di conseguenza affascinante.

Ultime ore nei campi per la carovana. Da Aquilonia ci si muove verso una dimensione più metropolitana, si scherza naturalmente. Verso la bellissima realtà di Calitri, e qui non si scherza. Luccicante con questo sole, col giallo che esplode. Calitri che non vede l’ora di accogliere Vinicio Capossela, muli e seguaci. Arrivederci Formicoso.

 

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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