Terremoti, riaprire il ‘Cima’ costerebbe due eventi estivi

E’ vero, i fondi per la cultura e gli spettacoli rappresentano un’altra voce. E’ vero, non si potrebbe ragionare secondo la filosofia “togli a un settore dai a un altro settore”. Ma rileggendo le cifre del Centro irpino per l’Innovazione nel monitoraggio ambientale di Sant’Angelo dei Lombardi, struttura chiusa qualche anno fa e dopo pochi anni di vita, viene da riflettere. Il centro non costava alla Regione neanche 300mila euro all’anno: due cicli di eventi in pratica. Sembra assurdo ma è così. Ascoltando l’ex assessore regionale Mario Sena per “Il Mattino”, chi scrive non ha fatto altro che pensare a questi numeri. Il Cima non si occupava di emergenza, non era un presidio decentrato di Protezione Civile. Ma lavorava sulla ricerca, sullo studio di suolo e sottosuolo. E nella breve parentesi di attività i ricercatori, tutti giovani, stavano dialogando e avevano intenzione di dialogare con le Amministrazioni comunali o con le imprese. Per dare a queste indicazioni utili, per fornire un supporto scientifico a sindaci o industriali.

Quel centro fu chiuso durante la Giunta Caldoro in un’epoca di tagli continui: sforbiciate per il territorio che subì gli effetti peggiori del terremoto del 1980. Ora, è l’appello di Sena, questa zona resta senza una struttura di riferimento che possa studiare i terremoti e come fronteggiarli. L’appello alla nuova Regione dunque si rinnova, dopo quelli del sindaco Repole o del presidente Cnr Luigi Nicolais. Non è un nuovo “fate presto” ma di sicuro è un “se non ora quando?“. Del resto i costi sarebbero quelli di due manifestazioni. Ma se anche fosse quello di tre ci guadagnerebbero tutti, soprattutto in termini di sicurezza a medio termine.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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