Turismo: nei borghi si può, ma serve la gestione

Focus su albergo diffuso, borghi e turismo. Ma anche agricoltura e ruralità. A Castelvetere esperti e super-esperti a confronto. Non ci sono conclusioni, nessuno tira fuori i numeri. Dal tavolo moderato da Annibale Discepolo vien fuori un racconto di esperienze diverse. Forse perché come ripete il padrone di casa, Agostino Della Gatta, i numeri non ci sono: qui in provincia turisti ed escursionisti non vengono contati. Siamo all’anno zero dunque, o quasi. E la sintesi di 3 ore di interventi risulta difficile. A meno che non si voglia trovarla nella capacità di fare impresa e marketing da parte di privati. Il Pubblico crea le basi, i privato si auto-promuove una volta ottenuta la gestione di un luogo: questa la prospettiva ideale che però va costruita lentamente.

Così il numero uno dell’Ept Avellino, Luigi Napolitano, dice: “In un posto come questo, l’Irpinia, sono possibili prezzi vantaggiosi. E’ un punto in più. Il contributo della politica è fondamentale anche perché il binomio turismo-agricoltura sta assumendo rilevanza in Campania. Ma come si fa turismo rurale? Più formazione e migliore accoglienza, oltre alle opere strutturali. C’è bisogno di formazione e di investimenti anche sulla comunicazione”.

 

 

Il sindaco Giovanni Romano vanta sul suo suolo l’unico albergo diffuso della provincia, gestito da Della Gatta e Gerardo Stabile: “Qui l’ospite non resta mai sull’uscio nel nostro borgo che è un po’ casa e un po’ albergo”. E’ il concetto di base del presidente nazionale dell’associazione alberghi diffusi, Giancarlo Dall’Ara (foto in alto a destra). Il suo è l’intervento più lungo. Dalle strutture al territorio: “Abbiamo 120 alberghi diffusi in Italia con un unico marchio. Se fossimo una catena saremmo la più grande nel mondo alberghiero. Nel ’98 la prima legge sul tema. Purtroppo le locande ottocentesche sono scomparse e sono state rimpiazzate da hotel e strutture che sono sempre uguali in tutto il mondo. Qui si è puntato ad assorbire modelli come i b&b e country house tipici di altri Paesi dimenticando le radici storiche. Ma cosa c’è di locale nei modelli gestionali e negli arredi, nella presentazione delle strutture ricettive locali? Non si parte dalle case per fare un albergo diffuso, ma dal gestore che deve essere un esperto di ospitalità e turismo. Ci vuole un progetto, non bastano le bottiglie di vino. In Campania c’è la miglior legge in Italia sulla materia ma è importante ispondere alla domanda “a chi volete rivolgervi?“. Se i mercati digitali sono conversazioni, il prodotto è la relazione e fondamentali sono le passioni. I borghi accoglienti fanno l’albergo diffuso. Conquistare un turista oggi è facile, farlo tornare è il problema o farli fermare un po’ di più. Se no non facciamo economia del turismo. Serve ospitalità diffusa. Fate giocare a carte il turista americano con i vecchietti al bar che non trovano il quarto”.

Ma sul turismo in generale in Irpinia “manca una leadership”. Lo dice il vertice dell’Unpli Mario Perrotti. E’ chiaro che una Ept riformata non può bastare. E poi gli attori sono tanti, soprattutto oggi. I Gal, le associazioni, le Proloco. Su una cosa tutti sembrano essere d’accordo. Non devono essere i Comuni a organizzare i sistemi turistici. I sindaci, semmai, devono predisporre le condizioni base in un paese. Poi servono gli imprenditori. Un po’ come è successo a Castelvetere. A proposito di alberghi diffusi, ce n’è un altro nuovo nuovo ma ancora chiuso. Quaglietta. Netta la presidente del Consiglio regionale, Rosetta D’Amelio:  “Una delle voci di finanziamento europeo più consistenti è la rigenerazione urbana che non significa rifare piazze o marciapiedi, ma recuperare quello che c’è. La ricettività in Alta Irpinia però va ripensata. Dovremmo proporre un’offerta che ruoti attorni ai quattro borghi (Castelvetere, Quaglietta, Cairano e Rocca San Felice) e contraddistinguerci per questo. Il Mezzogiorno sull’agricoltura ha superato il Nord Est e quindi dobbiamo fare qualità e ricerca delle produzioni. Ma l’ho già detto al sindaco di Calabritto-Quaglietta: va trovato subito un gestore”.

Angelo Verderosa, referente del Touring Club, lancia l’allarme: “L’Università di Udine sostiene in uno studio che in qualche decennio avremo il dimezzamento della popolazione del sessanta per cento dei borghi”. Dall’architetto le esperienze di recupero di vari paesi. Come Cairano: “Qui Franco Dragone ha lavorato per ospitare artisti”. Bello, bellissimo. Ma non basta. Sono tutti piccoli mattoncini. Significativi. Ma vanno messi l’uno sull’altro per costruire il turismo che ora non c’è. Il turismo delle nicchie che però possano popolare l’Irpinia non soltanto in estate.

E allora il presidente del Gal Irpinia, Vanni Chieffo, fa: “Quaglietta ha immediato bisogno di essere affidato a un gestore. Questa di Castelvetere invece è stata una grande intuizione. Io sto facendo una politica per riempire i Pip di contenuti portando magari i giovani beneficiari del sostegno del Gal. La nostra Irpinia è cambiata molto in questi anni, ma bisogna fare ancora molto sul piano dell’impresa. Penso che noi possiamo essere presi a modello per il distretto rurale e lasciamo agli altri le aree vaste e i progetti pilota”.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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