IRPINIAPOST: Industrializzazione, ricostruzione, ruralità

“C’è un Piano nazionale di contrasto alla violenza sulle donne che prevede educazione al rispetto dell’altro nelle scuole, una rete di centri antiviolenza e una task force interministeriale, ma per il salto di qualità serve di più a partire dalla Campania. Alla Regione quindi chiediamo di continuare nell’attivazione dei centri antiviolenza, di aprire le case rifugio e di lavorare con il livello nazionale per far sì che alle donne che denunciano venga riconosciuto un sussidio economico. E’ dovere dello Stato farsene carico”. Domenica Lomazzo, consigliera di Parità della Provincia di Avellino, intervenuta nel pomeriggio a Lioni nel corso del convegno “Il silenzio delle innocenti” ha sfruttato la presenza al tavolo della presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio per avanzare precise richieste. Il contesto era quello della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che nel comune altirpino è diventata occasione per la neonata associazione di promozione sociale “La prediletta” di farsi conoscere dalla comunità.

Un nome, quello de “La prediletta” che rimanda al titolo di un libro dell’indimenticata Vania Palmieri. Lionese, giornalista, scrittrice, donna impegnata nel sociale al punto da rifiutare etichette ipocrite per il suo handicap (“smettetela di dire diversamente abili, chiamateci handicappati”, era solita ribadire), Vania Palmieri ha lasciato una pesante eredità ai suoi conterranei: quella dell’impegno, della battaglia per i diritti degli ultimi, della gioia di vivere nonostante, fuggendo sguardi pietisti e sorrisi di compiacenza. Non un caso quindi che la prima uscita pubblica dell’associazione, fatta da giovani e presieduta da Angela Vuotto, sia avvenuta in una giornata dedicata al contrasto, innanzitutto sul piano culturale, della violenza di genere. “C’è bisogno di associazioni che fanno cultura e si danno da fare sul territorio” – ha sottolineato la Lomazzo.
Sulla necessità di educare è intervenuta anche Rosetta D’Amelio: “Il problema si può arginare se gli uomini e soprattutto i ragazzi sin dalle scuole sono educati alla non violenza”.

Sul piano legislativo infatti sono stati compiuti grossi passi avanti negli ultimi anni. Lo ha rimarcato Giovanna Perna, penalista e segretaria della commissione Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati irpini: “Purtroppo però ci troviamo spesso di fronte a sentenze assurde”.
“Pur avendo dal punto di vista giuridico degli strumenti – ha invece esordito Giovanna Truda dell’Osservatorio OGEPO dell’Unisa – le donne hanno comunque difficoltà a denunciare e chiedere aiuto. A volte persino a capire che si sta subendo violenza perché si viene educati alla violenza sin da piccoli e finisce per passare per normalità“. Ma dietro la mancata denuncia c’è anche un altro elemento, il peso della responsabilità di madri verso i propri figli. “La paura viene dalla mancanza di emancipazione personale, a partire da autonomia economica”, è stata la precisazione di Antonia De Mita.