Area Pilota: ordine del giorno e compitino svolto

Riunione lampo a Nusco, anche troppo, tra i venticinque sindaci altirpini. I passi in avanti sono tutti tecnici e i temi pure. Catasto e informatizzazione dei servizi. Sull’ultimo aspetto si dovrà individuare un Comune capofila, probabilmente sarà Torella dei Lombardi. Le banche dati dovranno poi risultare al servizio delle centrali di committenza. Qualche dubbio diRosanna Repoleproprio sulle centrali. Ci sarà dunque un passaggio al Municipio di Sant’Angelo per eventuali verifiche. Sul catasto comune si doveva sottoscrivere una convenzione. Mancano ancora gli ok di Villamaina, Montella e Calitri. Ma l’unanimità non sembra essere un elemento essenziale sul punto. Atmosfera serena, il presidenteCiriaco De Mitalancia qualche stoccata sulla filosofia del progetto ma nulla di velenoso. Precisa: “I rallentamenti apparenti non dipendono da noi“. E tra “pochi giorni ci sarà un nuovo incontro con i funzionari della Regione“, dice. Tutto qui o poco altro. Consegnata allo stesso De Mita la proposta di Lioni sullaproroga dei termini per la rendicontazione dei fondi della cosiddetta accelerazione della spesa.In realtà la vera notizia è una non-notizia. Nel senso che con il caos in atto – su rifugiati, impianti di rifiuti, viabilità, sanità e formazione – era lecito aspettarsi una riflessione da parte di De Mita o di altri. Non un obbligo, certo. Del resto il percorso dell’area pilota è sempre sulla graticola: se i sindaci si limitano al compitino è un male, se escono fuori può essere anche peggio. Martedì mattina ci si è limitati all’ordine del giorno e magari va bene così. Ma i rifugiati e gli eventuali Sprar restano un problema, una risorsa o un semplice fatto in capo ai singoli Comuni. Nonostante il dibattito che si è riaperto sulla sicurezza dell’Ofantina non si fa cenno alle strade. Nulla sugli ospedale o sulle scuole (le pre-iscrizioni ci sono state). E nulla sui rifiuti, fatto assai delicato. Delicato perché la Regione attenderebbe una indicazione dalla zona dopo il sì e il successivo no all’impianto di compostaggio da parte di Conza. E il ritiro di qualsiasi disponibilità al sito ipotetico di Cairano.