Terremoti, riaprire il ‘Cima’ costerebbe due eventi estivi
E’ vero, i fondi per la cultura e gli spettacoli rappresentano un’altra voce. E’ vero, non si potrebbe ragionare secondo la filosofia “togli a un settore dai a un altro settore”. Ma rileggendo le cifre delCentro irpino per l’Innovazione nel monitoraggio ambientaledi Sant’Angelo dei Lombardi, struttura chiusa qualche anno fa e dopo pochi anni di vita, viene da riflettere. Il centro non costava alla Regione neanche 300mila euro all’anno: due cicli di eventi in pratica. Sembra assurdo ma è così. Ascoltando l’ex assessore regionaleMario Senaper “Il Mattino”, chi scrive non ha fatto altro che pensare a questi numeri. IlCimanon si occupava di emergenza, non era un presidio decentrato di Protezione Civile. Ma lavorava sulla ricerca, sullo studio di suolo e sottosuolo. E nella breve parentesi di attività i ricercatori, tutti giovani, stavano dialogando e avevano intenzione di dialogare con le Amministrazioni comunali o con le imprese. Per dare a queste indicazioni utili, per fornire un supporto scientifico a sindaci o industriali. Quel centro fu chiusodurante la Giunta Caldoro in un’epoca di tagli continui: sforbiciate per il territorio che subì gli effetti peggiori del terremoto del 1980. Ora, è l’appello di Sena, questa zona resta senza una struttura di riferimento che possa studiare i terremoti e come fronteggiarli. L’appello alla nuova Regione dunque si rinnova, dopo quelli del sindaco Repole o del presidente Cnr Luigi Nicolais.Non è un nuovo “fate presto” ma di sicuro è un “se non ora quando?“. Del resto i costi sarebbero quelli di due manifestazioni. Ma se anche fosse quello di tre ci guadagnerebbero tutti, soprattutto in termini di sicurezza a medio termine.