Eolico, i comitati: ‘Moratoria primo passo, l’Alta Irpinia non è ancora salva’

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Di Rocco Pignatiello, coordinamento comitati No Eolico Selvaggio dell’Alta Irpinia I comitati ambientalisti dell’Alta Irpinia, riunitisi a Bisaccia pervalutare i criteri adottati dalla regione per l’individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti eolici, pur esprimendo un giudizio positivo sulla loro approvazione, ritengono che si sia trattato solo di un primo passo. Decisivi per raggiungere il risultato della definizione dell’intera Alta Irpinia quale area non idonea alla ulteriore installazione di nuovi impianti eolici saranno i 180 giorni dalla data di entrata in vigore del collegato alla legge di stabilità 2016, stabiliti per l’approvazione del Pear. I comitati da subito chiedono al Presidente della regione di non aspettare la pubblicazione della legge sul Burc e di bloccare immediatamente, con una ordinanza, le conferenze di servizio, per evitare la eventuale accelerazione delle procedure di approvazione. Anche di quelle in fase di discussione. I Comitati hanno perciò deciso di inviare, singolarmente, una lettera di richiesta di partecipazione al Forum Energia Ambiente, costituito con delibera regionale n.1167 del 30 giugno 2009, esplicativa del DGR3849/2003, quale organo composto da cittadini direttamente o indirettamente interessati alla salvaguardia e alla valorizzazione del territorio, per portare il proprio contributo in questa sede, ai sensi del comma 9 dell’art. 20 della legge regionale 30 gennaio 2008, che prevede <>. I comitati hanno esaminato inoltre i criteri adottati e sono certi che l’alta “concentrazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili esistenti” nonché il fabbisogno di energia prodotta in queste aree siano già di per sé sufficienti ad escludere l’Alta Irpinia dalle aree idonee a nuovi insediamenti. Comunque i comitati si impegnano a portare in sede di discussione uno studio particolareggiato sulla base dei criteri adottati dalla Regione che dimostri in maniera incontrovertibile la non idoneità di queste aree per ulteriori installazioni. Infine i comitati hanno deciso di sostenere il referendum No Triv nella convinzione che un nuovo modello di sviluppo basato su energia pulita, rinnovabile, distribuita e democratica non è conciliabile con le trivellazioni petrolifere e con l’eolico selvaggio.