Garbo ad Avellino, la new wave in cripta è poesia

La Cripta del Duomo di Avellino ha ospitato una delle ultime date diGarbo.Raffinato cantautore con 40 anni di carriera. “Arrivederci a… mai”, dirà a fine concerto. Ultimo, ma proprio ultimo tour per un artista di nicchia che però ha conservato fan e nicchie per quattro decenni.La location avellinese è sold out. Che la musica si diffonda in un teatro con centinaia di posti o in un prezioso scrigno con 100 a sedere, gli avellinesi fanno sempre e sapientemente il pieno. E spaziano, spaziano. Così è la volta della new wave italiana, che arriva qualche tempo dopo il punk inglese (Wire). La voce di Garbo resta pulita e partono tutti i successi dei primi anni 80. “In questo cielo a Novembre“, “Generazione“, “Radioclima“. Fino a “A Berlino va bene“. Fuori, nel centro storico, la nebbia rende tutto meravigliosamente decadente.Non siamo a Berlino ma va bene così. “Ciao ragazzi“, fa Renato Abate in arte Garbo scherzando sull’età del pubblico. Però c’erano anche ragazze e ragazzi, suvvia! Intanto la bellezza della cripta è quella di una linea di basso del Cure impreziosita dauna cascata di synth.I riferimenti di Garbo sono anche lì e vengono restituiti nel sottosuolo del Duomo. Il live essenziale dura poco più di un’ora. Va via in formissima, il protagonista. Con la voce al top e una presenza invidiabile. Avellino saluta e ringrazia, con la sensazione di poter godere di musica in maniera costante. Tre mesi al concerto di Lee Ranaldo, chitarrista dei Sonic Youth. Leggenda, storia, passato e presente. Rock. Avellino non è Berlino o Seattle. Né una piccola Manchester. Ma a volte c’è un clima fantastico. comments