Ma il Tar non potrà decidere sempre…

Il pronunciamento del Tar Campania, che ha di fatto sancito la necessità di non saturare i territori con impianti eolici, è stato accolto con ragionato entusiasmo dai comitati e dai cittadini vicini alle tematiche dell’ambiente. Soddisfatta pure la Regione, che ha rivendicato buona parte di quella che potrebbe diventare una svolta nella vicenda del vento. “Se in determinate zone è già stato realizzato un considerevole numero di impianti non può essere ritenuto irragionevole un divieto di ulteriori installazioni”, hanno scritto i giudici. Si riferivano a Lacedonia, ma è chiaro che a seconda dei casi queste parole possano essere estese ad altre zone della provincia di Avellino e al Sannio. A proposito, la battaglia a Morcone si fa sempre più aspra. “19 torri alte fino 100 metri l’una, in un’area di grande interesse ambientale, paesaggistico e agricolo come quella della Montagna di Morcone nel Beventano e del Matese molisano”, tuona l’eurodeputato 5stelle Piernicola Pedicini promettendo iniziative. Ora è chiaro a moltissimi che quanto disposto dal Tar non metta automaticamente al riparo altre zone, magari meno sature. E l’impressione è che la magistratura amministrativa deciderà volta per volta, se interpellata, sull’eventuale installazione di un parco eolico. Impressione scontata e banale, ma forse è bene ricordarlo. Irpinia e Sannio dovranno poi tenere a mente che i territori si tutelano in tanti modi. Con i ricorsi al Tar e con l’attività all’interno dei Municipi, certo. Ma visto che sussistono dei limiti in materia, della serie “non decide tutto una giunta comunale”, forse si possono individuare modi più incisivi per limitare la proliferazione di pale eoliche. Per esempio rendendo un territorio produttivo dal punto di vista agricolo, turistico, naturalistico. Prendiamo come esempio Conza della Campania, spesso cartolina della provincia. Anche qui sono previste le torri del vento, e bisognerà pur vedere se un Tar potrà parlare di saturazione. Ma cosa può impedire l’aggressione dell’eolico nel lungo termine? Un distretto delle energie, molto probabilmente, così come suggeriva il sindaco dimissionario. Ma a nostro parere anche uno sfruttamento delle risorse paesaggistiche e un approccio turistico concreto. Sappiamo che l’Oasi wwf di Conza non produce grossi numeri se parliamo di soldi generati. Sappiamo che i percorsi escursionistici vengono messi in piedi a sprazzi. Sappiamo che l’area archeologica non versa in condizioni ottimali. Ma Conza è solo un esempio. Si potrebbero fare gli stessi discorsi per Bisaccia, Aquilonia, Lacedonia, Vallata o Monteverde.Dare dignità alle nostre risorse per poter rifiutare tutto il resto, forse questa è la protezione migliore.Il paesaggio, per concludere, non è in grado di generare benessere dalle nostre parti. Non perché sia inutile il paesaggio ma perché evidentemente siamo scarsi tutti noi… comments