Ultim’ora: Italia invasa dal “FIGLIO DEL COVID” | Nuovo virus trasmissibile per via alimentare: occhio a cosa porti a tavola

vaccini covid in fila

Il vaccino per il Covid (Foto di torstensimon da Pixabay) - irpiniapost.it

Allarme in Italia: spunta il “figlio del Covid”. Un nuovo virus resiste nei cibi più insospettabili. Ecco cosa devi sapere prima di mettere qualcosa nel piatto.

Ci eravamo appena abituati a non igienizzare più la spesa con il lanciafiamme, quando qualcuno ha pronunciato di nuovo la parola proibita: virus.

Il Covid ci ha lasciato tutti un po’ più sospettosi, ammettiamolo: guardiamo con diffidenza i colpi di tosse, ci chiediamo se il vicino abbia fatto il richiamo, e ogni notizia su nuovi patogeni suona come un déjà-vu tossico. Vogliamo solo dimenticare, e sperare che non accada mai più.

Tra lockdown, mascherine, gel mani e conferenze stampa in diretta, il virus ci ha educati – a forza – a temere ciò che non si vede. Ma almeno ci ha lasciato in pace a tavola. Più o meno.

Ora però l’allarme si sposta dal respiro alla bocca. E non per qualcosa che si trasmette con gli starnuti. Il sospettato numero uno questa volta arriva direttamente dal piatto.  Dove arriva “il figlio del Covid”.

Nuovo virus: arriva il “figlio del Covid”

Secondo una recente ricerca pubblicata su Nature Medicine e riportata da ilsalvagente.it, il virus H5N1 – noto per essere responsabile dell’influenza aviaria – sarebbe in grado di resistere anche durante la lavorazione dei formaggi a latte crudo. La sua presenza può mantenersi nel prodotto finito per settimane, e in alcuni casi addirittura per mesi, a seconda di quanto è acido il latte utilizzato nella preparazione.

La sopravvivenza del virus, spiegano gli studiosi, dipende dall’acidità del latte usato nel formaggio. In condizioni meno acide, l’H5N1 riesce a restare attivo anche durante la stagionatura. Solo quando il latte ha un pH particolarmente basso, la lavorazione riesce a neutralizzarlo. “Abbiamo osservato una sopravvivenza del virus dipendente dal pH”, confermano gli autori dello studio.

tavola piatto vuoto e posate
Il nuovo virus a tavola (Foto di Tadahiro Higuchi su Unsplash) – irpiniapost.it

Questa volta il pericolo è nel piatto

Per valutare il rischio di contagio, gli studiosi hanno nutrito alcuni furetti – modello spesso usato per lo studio dell’influenza – con latte e formaggio a latte crudo. Solo quelli alimentati con il latte contaminato hanno contratto l’infezione. “Questi risultati dimostrano che il virus H5N1 può rimanere infettivo per periodi prolungati nei formaggi a base di latte crudo”, affermano i ricercatori, sottolineando come la lavorazione non sia sempre sufficiente a neutralizzarlo.

Nel loro appello finale, gli esperti invitano a prendere contromisure: controlli più rigorosi sul latte prima della lavorazione, trattamenti termici o acidificazione controllata. “L’implementazione di ulteriori misure di mitigazione –  come il test dei serbatoi di latte crudo o l’utilizzo di pastorizzazione, termizzazione o acidificazione – diventa fondamentale per garantire la sicurezza alimentare”, concludono. Quindi attenzione a cosa portiamo nel piatto.