Crisi idrica in Irpinia: l’acqua che manca nel cuore delle sorgenti | Urge intervento delle autorità
Acqua dal rubinetto (Canva) IrpiniaPost.it
In Irpinia l’acqua scarseggia. Reti vecchie, fondi in ritardo e famiglie in difficoltà, la sfida: ridare vita alle sorgenti.
C’è un paradosso che attraversa l’Irpinia: terra d’acqua, sorgenti e dighe, oggi alle prese con rubinetti a secco e turnazioni notturne.
In alcuni comuni, le famiglie si svegliano con taniche accanto al lavello e l’acqua che scorre solo per poche ore.
È la fotografia di un territorio che da anni convive con una rete idrica fragile, perdite record e ritardi strutturali.
Eppure, tra fondi PNRR e progetti in corso, qualcosa si muove. La domanda è: riuscirà l’Irpinia ad avere un rifornimento di acqua adeguato per tutti i cittadini? Ecco cosa sta succedendo e le prospettive per il futuro.
Una terra d’acqua che oggi ha sete
L’Irpinia, culla delle sorgenti che alimentano mezza Campania, sta affrontando una delle crisi idriche più gravi degli ultimi anni. Le cause sono molteplici: reti vetuste con perdite superiori al 60%, sorgenti in sofferenza e una gestione complessa del sistema di distribuzione.
In molti centri si vive con turnazioni programmate e autobotti di emergenza, mentre la siccità stagionale e i cambiamenti climatici rendono il quadro ancora più delicato. Scuole e attività economiche risentono della mancanza di continuità, e le famiglie si organizzano come possono, tra serbatoi domestici e scorte quotidiane.
A peggiorare il quadro è la lentezza con cui procedono i lavori di ammodernamento. Nonostante le risorse europee e nazionali disponibili, la provincia resta indietro: gran parte dei comuni non ha ancora beneficiato dei finanziamenti previsti per le reti idriche. Intanto, le sorgenti si abbassano, i serbatoi si svuotano e cresce la consapevolezza che la vera emergenza non è solo la siccità, ma la gestione.

Progetti, fondi e speranze: il futuro dell’acqua in Irpinia
Dietro le difficoltà si intravedono segnali di ripartenza. Sono stati stanziati fondi regionali e nazionali per rafforzare le infrastrutture idriche e fognarie, con interventi che riguarderanno anche i centri irpini. Il PNRR destina oltre 200 milioni di euro alla Campania per opere di ammodernamento e sicurezza dell’approvvigionamento, mentre l’ente gestore del ciclo idrico ha avviato progetti da oltre 200 milioni per nuove condotte e sistemi di monitoraggio.
Ma i soldi, da soli, non bastano. Serve una gestione più efficiente, capace di superare ritardi e burocrazie che da decenni frenano il cambiamento. Le nuove opere dovranno essere non solo riparative ma resilienti, pensate per un futuro in cui la siccità sarà più frequente e la domanda d’acqua più alta. L’Irpinia, oggi, rappresenta un laboratorio per l’Italia intera: un territorio che lotta per trasformare la propria fragilità in forza. Se riuscirà a completare i progetti, ridurre le perdite e garantire continuità, potrà tornare a essere davvero ciò che la natura aveva previsto: una terra che dona acqua, e non che la rincorre.
