Si salvi chi può | Arriva la proposta di una tassa sull’oro: anche per quelli della prima Comunione
Prima comunione @pexels, irpiniapost
Si discute di una tassa sull’oro fisico: il governo valuta un contributo straordinario che potrebbe riguardare gioielli, lingotti e monete preziose.
L’idea, ancora in fase di studio, sta già facendo discutere. Secondo le prime anticipazioni, il Ministero dell’Economia starebbe valutando l’introduzione di un’imposta una tantum sull’oro da investimento e, in parte, sui beni preziosi custoditi a livello privato. L’obiettivo sarebbe quello di reperire nuove risorse per finanziare le misure della manovra 2026, in un contesto di bilancio pubblico sempre più rigido e con margini di manovra ridotti.
La proposta non è ancora ufficiale, ma i tecnici del Tesoro starebbero ipotizzando una tassazione limitata ai beni di alto valore, con esclusione degli oggetti di uso personale o affettivo. Tuttavia, la notizia ha già sollevato timori tra i risparmiatori e i piccoli investitori, preoccupati per una possibile estensione anche a gioielli di famiglia e regali ricevuti in occasioni religiose o cerimoniali, come battesimi e prime comunioni.
Come funzionerebbe la nuova tassa sull’oro
Secondo le ipotesi circolate, l’imposta verrebbe applicata in misura proporzionale al valore dichiarato dell’oro fisico posseduto, con un’aliquota che potrebbe oscillare tra lo 0,1% e lo 0,5%. La misura si concentrerebbe principalmente su lingotti, monete e depositi certificati, mentre per i gioielli comuni si parlerebbe solo di una soglia minima di valore oltre la quale scatterebbe l’obbligo di dichiarazione.
La finalità, spiegano dal Ministero, non è colpire i piccoli risparmiatori, ma allineare l’Italia agli altri Paesi europei che già prevedono forme di tassazione o tracciabilità per i metalli preziosi. In ogni caso, l’applicazione pratica resterebbe complessa: la valutazione dell’oro detenuto in casa e la distinzione tra investimento e bene personale sono aspetti difficili da controllare e suscettibili di creare confusione tra i cittadini.

Proteste e dubbi sull’equità del provvedimento
La proposta ha già provocato reazioni contrastanti. Le associazioni dei consumatori parlano di una misura iniqua che rischia di penalizzare chi, nel tempo, ha investito i propri risparmi in beni rifugio. Molti temono una “caccia all’oro domestico” e una burocrazia eccessiva che potrebbe colpire anche gli oggetti di modesto valore simbolico. Dall’altra parte, alcuni economisti vedono nel provvedimento un modo per ampliare la base fiscale senza aumentare le imposte sui redditi.
Al momento, il Ministero dell’Economia non ha confermato l’inserimento della misura nella manovra 2026, ma ha ammesso che il tema della tassazione dei beni non produttivi è sul tavolo. In un contesto in cui si cercano nuove entrate senza pesare troppo sul lavoro e sulle imprese, l’oro torna così al centro del dibattito fiscale. Tra paura, ironia e incertezza, il messaggio che arriva dai risparmiatori è chiaro: se la tassa dovesse diventare realtà, non resterà molto da mettere sotto chiave, nemmeno i ricordi dorati delle prime comunioni.
