OCM Nusco, tre mesi per sperare
Si apre uno spiraglio nella vertenza della OCM, lo stabilimento dell’area industriale di Nusco chiuso a inizio maggio dall’imprenditore piemontese Fabrizio Cellino. Mercoledì scorso una delegazione composta dai segretari Ugl, le Rsu e i sindaci del territorio aveva incontrato al ministero dello Sviluppo economico il responsabile delle vertenze aziendali, Giampiero Castano, e l’assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri per consegnare ai legali di Cellino precise richieste: “Abbiamo chiesto all’azienda di riprendere l’attività produttiva, utilizzando ancora le attrezzature presenti nello stabilimento e le maestranze altamente qualificate”,spiegava la Palmeri. Il tutto finalizzato a un allungamento dei tempi della liquidazione e allo stop al trasferimento dei macchinari per intercettare la disponibilità di nuovi imprenditori a investire a Nusco. L’assenza di Cellino al tavolo aveva fatto temere il peggio agli operai, tornati in Alta Irpinia con la consapevolezza di aver portato la loro vertenza a Roma, ma pure con tante riserve. A distanza di una settimana però il quadro sembra essere leggermente mutato.In queste ore i legali dell’industriale piemontese hanno comunicato al Mise l’intenzione di differire fino al 10 settembre 2016 ogni attività di liquidazione dei beni della OCM.Un termine che viene definito tassativo e non più prorogabile, ma che consegna nelle mani di Castano e dei sindacati tre mesi in più per la ricerca di un nuovo investitore avendo tra le mani, per dirla con termini semplicistici, un capannone non vuoto. Quanto ai macchinari, gli avvocati di Cellino avrebbero assicurato che quelli trasferiti finora sono serviti al pagamento degli stipendi arretrati e alla copertura di debiti già maturati. Ma comunque non influiscono sulla capacità produttiva del sito. Incassata la notizia in Alta Irpinia si attende la comunicazione ufficiale del ministero circa i prossimi passi da compiere.