Ve la ricordate la guerra dei Gal dell’estate 2017? Accadde che i 25 Comuni dell’Alta Irpinia si divisero in tre diversi gruppi di azione locale: “I sentieri del buon vivere” a sud ovest, il “Gal Irpinia” a nord est mentre altri pezzi del Gal Cilsi confluirono nel neonato Irpinia-Sannio.
Fu uno scontro duro che rese roventi quei mesi di discussione, quasi tutta interna al centrosinistra. Quella roba lì, ora, i sindaci della Città dell’Alta Irpinia vorrebbero superarla. A inizio ottobre la proposta è stata avanzata dal sindaco di Cassano Irpino Salvatore Vecchia e approvata all’unanimità dall’assemblea: provare a rimettere insieme tutti e 25 i Comuni e a candidarli in Regione per il riconoscimento e il conseguente finanziamento.
Un comitato, formato dalle fasce tricolori di Calitri, Lioni, Andretta, Lacedonia, Montella e la stessa Cassano, ha studiato in queste settimane il bando giungendo alla conclusione che l’Alta Irpinia potrebbe ottenere il punteggio massimo in quasi tutti i paramenti individuati dai tecnici regionali. In più, essendo un’area interna Snai, al territorio verrebbe anche riconosciuta una premialità con un surplus del 15% delle risorse.
Facciamo un passo indietro. Il bando sul quale si sta ora ragionando è finalizzato alla realizzazione con un budget di 100mila euro di una fase di scouting, la cosiddetta animazione territoriale: in pratica la Regione finanzia l’attività che Comuni, associazioni e privati dovranno mettere in piedi per arrivare a una strategia condivisa ed efficace da candidare successivamente sul bando vero e proprio. Convintissimo della necessità di ricompattare l’area altirpina e farsi promotori dell’elaborazione di un percorso comune, tutto il blocco dei sindaci che ha analizzato il bando.
“Possiamo anche allargare ad altri paesi, ma questa volta non dobbiamo giocare di rimessa – dice Yuri Gioino per Lioni -. Magari noi altirpini potremmo assumere il ruolo di fondatori e gli altri aderirebbero“. Di tutt’altro avviso il collega di Cairano Luigi D’Angelis che si dice scettico sulla possibilità di venire riconosciuti, a meno di un allargamento ad altri territori. “Attenzione, se ci rendiamo conto che gli orientamenti politici vanno in altra direzione, non facciamo il passo più lungo della gamba“, dice prima di anticipare che venerdì i rappresentanti dei Gal si riuniranno ad Acerno con l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo. “Dobbiamo provarci, siamo una bella realtà che sta dimostrando di poter lavorare assieme, non abbattiamoci“, replica Walter Vigilante per Nusco. Più esplicito Vecchia: “I criteri sono chiari, perché dovremmo rinunciare a candidarci? Dobbiamo partire da ciò che dice il bando e non da voci di corridoio“. Franco Tartaglia per Bisaccia aggiunge: “In questi anni i nostri Comuni hanno avuto poca voce in capitolo proprio perché non erano uniti nei vari Gal. Questa volta evitiamo lo stesso errore e cerchiamo di non avere una posizione marginale“. Più cauta la posizione di Calabritto e Sant’Angelo dei Lombardi. “Non voglio ritrovarmi a dover scegliere come cinque anni fa all’ultimo minuto“, sottolinea Rosanna Repole. Mentre Rino Buonopane per Montella rilancia: “Perché non provare a perimetrare un’area che superi i 100mila abitanti? In questo modo il punteggio sarebbe addirittura superiore“.