Alto Calore, Petitto: ‘Bilancio in chiaro scuro, ma va fatto passare’

Alto Calore, Petitto: ‘Bilancio in chiaro scuro, ma va fatto passare’

“Il bilancio consuntivo dell’Alto Calore Servizi, che nei prossimi giorni sarà sottoposto al vaglio dell’assemblea dei sindaci, contiene aspetti positivi, ma il risultato economico non è del tutto vantaggioso. Tuttavia è opportuno farlo passare e poi cogliere le opportunità offerte dai decreti Rilancio e Cura Italia per risanare l’azienda e abbassare le tariffe dell’acqua,oggile più alte di tutta la regione Campania”. È quanto affermaLivio Petitto, Dirigente del Partito Democratico. “Nel prossimo futuro – suggerisce  l’esponente dei democrat – il management dovrebbe elaborare provvedimenti e adottare misure che servano a migliorare la situazione finanziaria. Non vi è dubbio, infatti, che l’Azienda non possa contare più sull’apporto dei comuni, i qualioggisono in sofferenza per via del covid19. Occorre, invece, che Acs utilizzi al meglio le opportunità offerte dai decreti ‘Cura Italia’ e ‘Rilancio’ per reperire risorse finanziarie e, nel contempo, attuare una incisiva spending review.” “La gestione – aggiunge Petitto – dovrà portare, inoltre, a unasignificativa riduzione delle bollette che i nostri concittadini sono costretti a pagare. È bene ricordare, a tal fine, che la legge regionale 15/2015 sul riordino del servizio idrico prevede che su tutto il territorio regionale si paghino tariffe uguali. D’altronde è incomprensibile il perché si paghino tariffe cosi alte quando dalle sorgenti irpine sgorga acqua che viene ceduta alla Puglia, alla provincia di Salerno e all’ABC di Napoli (all’Alto Calore rimane solo il 12% delle risorse) senza ottenere alcun ristoro ambientale, seppur previsto dalla legge 152/2006.” “Dunque, è opportuno che il bilancio venga fatto passare, ma è indispensabile che il management dell’ACS lavori, subito dopo, per assicurare una maggiore efficienza dell’azienda, anche con la attivazione di accordi interregionali. E soprattutto – chiude Petitto – superi la intollerabile ingiustizia di cittadini residenti in una provincia ricchissima d’acqua, ma costretti a pagarla ad un prezzo ingiustificatamente elevato.