“Bancarotta fraudolenta”: al gabbio il re dei trasporti italiani | Lo chiudono in galera e buttano la chiave

Matteo Salvini (Fonte:Facebook@MatteoSalvini)-irpiniapost.it
Una lunga indagine ha condotto alla scoperta di attività illecite e fraudolente: l’epilogo inevitabile e senza sconti, la galera.
La rete infrastrutturale e il sistema dei trasporti sono punti fondamentali per la crescita e lo sviluppo di qualsiasi società, economia e Paese.
La modernizzazione, lo svecchiamento, gli investimenti nel settore dei trasporti sono al centro della politica e obiettivo di moltissimi disegni di legge.
L’Italia è collegata da nord a sud da un sistema capillare di trasporti sia pubblici che privati. Sono tantissime le società, gli imprenditori e le aziende che concorrono al suo sviluppo.
Come queste buone notizie, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, purtroppo dovrà riceverne anche di spiacevoli, come questa che riguarda proprio i suoi amati Trasporti.
Trasporti italiani: protagonisti di un reato fraudolento
Come riportato da numerose testate cartacee e online , tra cui LatinaToday, gli agenti della Guardia di Finanza di Pomezia, su delega della Procura di Velletri, sono stati protagonisti di una rilevante indagine che ha coinvolto un noto imprenditore (non meglio specificato) del settore dei trasporti del nostro Paese.
L’indagine si è mossa all’interno di una più ampia procedura fallimentare e si è conclusa a scapito dell’imprenditore protagonista di un mandato di arresto e di un sequestro a sei zeri, da milioni di euro. Le Fiamme Gialle, come da quanto riportato da LatinaToday, avrebbero avuto modo di accertare, durante la lunga indagine, che l’imprenditore dei trasporti, avrebbe più volte trasgredito la legge.

L’epilogo di una lunga indagine: l’arresto e la galera
Non da solo, ma in concorso con altre quattro persone, avrebbe agito contro la legge configurando così reati di tipo patrimoniale, documentale, fallimentare e addirittura di autoriciclaggio di proventi illeciti. L’imprenditore secondo le ricostruzioni delle Forze dell’Ordine, avrebbe messo a punto una macchina fraudolenta: avrebbe trasferito beni di un’impresa quasi in fallimento a società sempre a lui intestate, con sede operativa presso la stessa azienda in fallimento, senza così dover rendere conto ai creditori.
Le prove, raccolte dagli agenti della Guardia di Finanza di Pomezia, durante le conseguenti perquisizioni nell’azienda dell’imprenditore e attraverso la delicata analisi di cellulari e dispositivi. L’autorità giudiziaria, avrebbe così fatto richiesta al gip del tribunale di Velletri, di procedere con misure personali e reali e sequestrare beni mobili e immobili dell’imprenditore, tra cui appartamenti, società e anche ben 4 milioni di euro.