Assemblea del Progetto Pilota dedicata quasi esclusivamente all’azienda forestale questo pomeriggio a Nusco. Alla presenza del presidente Ciriaco De Mita e dei sindaci dell’Alta Irpinia, al netto degli assenti, discussione pacata e a lungo affidata alla relazione di Luca Lo Bianco di Fondazione Montagne Italia, il soggetto che accompagnerà gli amministratori altirpini nella fase di ideazione e realizzazione dell’azienda forestale.
“Apriamo il processo dell’azienda sulla base di uno strumento principe quale la legge sulla forestazione – ha esordito l’esperto romano -. C’è un capitolo sulla viabilità forestale ad esempio, uno strumento importantissimo di accesso alle foreste. Parliamo principalmente di patrimonio boschivo pubblico, che però altrove si intreccia con quello privato, spesso vastissimo. Non so qui. La legge inoltre consente di intervenire anche dove il patrimonio boschivo è abbandonato. Ma scioglieremo i nodi man mano confrontandoci con il territorio, con aziende, cooperative, singoli interessati”.
Due le fasi di lavoro nelle quali i sindaci dovranno cimentarsi nei prossimi mesi. Innanzitutto, un’attività di desk per la costruzione di una piattaforma gestionale, una sorta di database, sulle foreste locali dal punto di vista quantitativo, qualitativo e dell’uso finora fattone. L’obiettivo è arrivare a definire il patrimonio di servizi ecosistemici presente in Alta Irpinia: non solo acqua, ma pure tutto ciò che è connesso al turismo, andando a ripescare progetti rimasti nel cassetto o altri fermati in corsa. La seconda fase del processo, invece, contempla il confronto con il territorio.
“Da subito però – ha chiarito Lo Bianco – c’è bisogno di scrivere un partenariato tra i Comuni, il Parco dei Picentini e altri soggetti che voi stessi individuerete, compresi imprese e grandi imprese, università. Dovremo operare insieme scelte economiche, salvaguardando le zone sotto tutela che tali resteranno, ma saranno utilizzate ad esempio per lo stoccaggio di CO2. E non dimentichiamo – ha continuato Lo Bianco – che la legge prevede un utilizzo dei boschi vincolato alla rigenerazione della biodiversità. Questo significa che bisognerà ideare un programma di taglio ventennale”.
Già nella prossima assemblea, su richiesta dei sindaci, sarà sottoposta all’attenzione del tavolo una proposta concreta sulla base dei dati raccolti. In sostanza, ogni Comune cederà una parte di “sovranità” sui boschi. “Stiamo cercando di capire quali sono le condizioni per trasformare una cosa irrisoria per l’economia locale in qualcosa che porta lavoro e sviluppo, quali le condizioni per dare vita a imprese sostenibili utilizzando la risorsa bosco – ha chiosato l’esperto di Fondazione Montagne Italia – La fornitura di legno? Servizi turistico-ricreativi? Il pascolo? Lo stoccaggio e le certificazioni CO2? La produzione di energia a biomasse? Che nulla a che vedere con lo smaltimento dei rifiuti, sia chiaro. L’esito di questo processo non è dato, né scontato”.
Una parentesi di non poco conto è stata riservata al discorso acqua. “L’acqua qui è un bene fondamentale, anche per i territori limitrofi. Bisognerà capire come far pagare questo servizio ecosistemico”, è stata la precisazione.