“Il caro-energia e l’inflazione stanno creando un clima di grande incertezza in Irpinia, come nel resto del Paese, per famiglie ed imprese, con ricadute negative sul volume dei consumi. Uno scenario che rischia di compromettere il Natale, aprendo una prospettiva di recessione generalizzata, che colpirebbe centinaia di piccole attività del territorio”. E’ l’allarme lanciato da Giuseppe Marinelli, presidente provinciale della Confesercenti di Avellino.
“I dati ufficiali dell’Istat – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – sulle vendite al dettaglio confermano le preoccupazioni degli operatori economici, consegnando una fase di contrazione, mascherata dall’aumento dei costi delle materie prime e dei prodotti, che in realtà già dall’estate fa segnare un calo di quasi il 3%.
Ancora più consistente la crisi nel settore degli alimentari, dove pesano maggiormente le tensioni sui prezzi, con una flessione del 3,3% dal mese di gennaio. Ma per le piccole attività la contrazione del volume di vendite è molto più considerevole e si avvicina al 10%, mentre vi è un notevole incremento dei costi fissi, soprattutto negli ultimi mesi.
Una situazione che ormai diventa insostenibile, principalmente nelle aree interne, anche perchè si verifica dopo un lungo periodo di difficoltà e sofferenze per il commercio, i servizi e l’artigianato, già duramente colpiti dagli effetti dell’emergenza sanitaria”.
“Per arginare la crisi – ha concluso Marinelli – occorre agire alla radice, come chiesto dalla Confesercenti nazionale, sul fronte del caro energia, ponendo un freno all’aumento delle tariffe, in modo da preservare il potere d’acquisto delle famiglie e contenere il boom dei costi fissi delle imprese, motore principale dell’aumento dei prezzi. Interventi che evidentemente possono avvenire soltanto a livello nazionale ed europeo, anche attraverso misure di aiuto concreto alle attività e ai cittadini in difficoltà e di detassazione delle tredicesime, per dare almeno un po’ di ossigeno ad aziende e cittadini, sostenendo così i consumi”.