Classe operaia sovranista, campagne elettorali dall’Alta Irpinia #3

Appena arrivato a Montella saluto l’ex missino Raffaele Gregorio, di Castelfranci. Lo saluto col consueto pugno chiuso. “Salve compagno!“. Lui mi saluta stringendomi il braccio. Aspetta insieme ad altri Emma Staine, calabrese e candidata alle Europee sottoil simbolo Lega. Ad attenderla c’è il mondo della Ugl irpina e non solo, con i vertici provinciali e non solo. In parte ci sono operai di fabbriche chiuse o aperte, o che molto probabilmente riapriranno dopo questi anni. Ex Ocevi di Nusco, Scame. Anche chi ha fatto il presidio di mesi davanti al primo stabilimento. E Gregorio in sala lo fa notare: “C’era il mio sangue e il mio vino. E qui c’è la classe operaia. È importante qualche cavolata di Bossi o 50 anni di malgoverno in questa provincia? Io combatto il demitismo da sempre, ho anche aiutato a fare la lista contro di lui. Sono stato docente rivoluzionario, ho insegnato la libertà“. Non so perché ma mi aspettavo una sala agghindata e luccicante. Non come nei comizi deitempi bellidi Forza Italia di una volta, con giovanotti dalle discutibili giacche blu e le scarpe da ginnastica bianche e nuovissime, col gessato. Con le forziste bionde, scosciate e sorridenti e piene di trucco emussi a braciola. Coi manifesti a tappezzare ogni angolo. Ma una cosa un po’ più fashion. E invece la presenza femminile è rappresentata esclusivamente dalla candidata all’inizio. E il mondo operaio non porta la giacca blu. E non ci sono calici di champagne, del resto loro sono sovranisti. E manco di Prosecco.Acqua e Aglianico, a tavola regna il made in Irpinia con salumi e i formaggi irpini. La giacca, non quella blu ma forse una giacca un po’ di sinistra, ce l’avevo io. Deve essere per questo che la candidata era un po’ irrigidita alle mie domande. O forse ero impresentabile io e basta. Oppure le stavo semplicemente antipatico. E difatti quando le faccio notare la folta presenza operaia nell’incontro montellese, la Staine risponde con un pizzico di saccenza: “Ma Lei lo sa che a Sesto San Giovanni, che era la patria della sinistra, la Lega è all’ottanta per cento?“. Io dico di sì, non mi sono preparato su Sesto San Giovanni ma suppongo di sì.E alla fine manco me ne fotte più di tanto di Sesto San Giovanni.Io sono irpino, altirpino. E lei sta qua. E si vota pure qua. E allora le dico: “Certo, ma forse lì gli operai guardano anche al contesto sovracomunale. No? Votano Lega ma la Lega governa ovunque al Nord. E allora le chiedo, perché un operaio di queste parti dovrebbe affidarsi alla Lega? Forse in vista delle elezioni regionali? Mi spieghi“. Lei dice: “E’ molto facile, la gente non vuole più essere presa in giro. La gente non vive più con le clientele perché le clientele non ci sono più. Di conseguenza c’è più indipendenza, autonomia e libertà di pensiero oggi. In questi anni si è toccato il fondo, le persone si ribellano e premiano un partito vicino alle istanze territoriali“. E poi la Staine inizia coi porti chiusi, che però sono a tutela del made in Italy e via dicendo. Vabè, tempo una settimana e vedremo se l’Irpinia si confermerà come la provincia più leghista della Campania: come nel 2018. Se la Lega riuscirà a sfondare la doppia cifra e di quanto. Non è tempo di calcoli, mò si fanno i voti. E iniziano a girare i fac-simili elettorali, in questa campagna per le europee fiacca e deprimente nell’entroterra della Campania. comments