Le somme non possono certo far gola. 60 mila euro o poco più per studiare e mettere a punto azioni sul fiume Ofanto. Meno di un Poc su eventi e turismo, meno di un finanziamento per rattoppare una strada. Eppure si rischiava una nuova guerra tra amministratori, che ieri pomeriggio a Sant’Angelo si è trasformata in una prova di coesione con conseguente richiesta alla Regione.
Parliamo del contratto di fiume dell’Alto Ofanto. Se ne discute ormai da anni e negli anni scorsi il gruppo di lavoro del Gal Cilsi mette a punto una serie di attività. Arriva la normativa regionale, che recepisce quella nazionale, e in pratica la Regione chiede di ripartire da zero. E soprattutto, viste pure le somme a disposizione, decreta indirettamente attività a macchia di leopardo. Di fondo non si può operare sull’intero corso d’acqua, quindi bisogna scegliere dei punti specifici. Molti sindaci insorgono. Lo fanno quelli di Monteverde, Calitri, Bisaccia.
Che fare? Protestare? Rispedire documentazioni in Regione? Oppure chiedere delle integrazioni? Viene scelta la terza strada, poi bisognerà sempre vedere cosa ne pensano negli uffici di Napoli. Per il vicesindaco di Bisaccia, Franco Tartaglia, “un territorio non può essere messo in scacco da nessuno. C’è un’assemblea di bacino che è questa. Se accettiamo le imposizioni perdiamo tutti. E ancora una volta dividiamo il territorio. E perdere le opportunità sarebbe una rovina“. Per Lioni, Comune al quale la Regione ha riconosciuto il ruolo di regia interna, “è giusto sottoscrivere una documentazione tra i Comuni che inglobi tutte le realtà dell’area. Naturalmente si può comunque pensare di partire da determinati territori, per esempio da Conza della Campania con il suo invaso, per iniziare una sperimentazione“. Lo dice Yuri Gioino.
Per Rosanna Repole “l’entrata a gamba tesa nel progetto già avviato c’è stata. Bisogna bloccarla perché spacca il territorio e dobbiamo creare clima unitario perché le attività svolte in passato sul contratto di fiume dell’Alto Ofanto sono caratterizzate da buone prassi“. E secondo Franco Ricciardi (Monteverde) “la Regione non ha mai pensato a questo fiume in questi anni, non è possibile che si incentivino altre guerre tra comuni“. Ipotesi scongiurata quest’ultima. Del resto sarebbe stato difficile spiegarla ai cittadini dell’Alta Irpinia dopo 5 anni di lotte tra Gal, Progetto Pilota, Poc…