E’ ovviamente raggiante Ciriaco De Mita. Dopo una trattativa che viene in pratica pubblicamente ammessa, annuncia la somma destinata dalla Regione all’Alta Irpinia. Duecento milioni. Il doppio di quanto promise Stefano Caldoro nel 2014. Ora bisognerà vedere come e quando arriveranno. E se si tratta di soldi “propri” del percorso del Progetto Pilota, perché in realtà sembra che ci sia molto altro. Ma il sindaco di Nusco si porta a casa il risultato e lancia qualche messaggino ad “antagonisti” vecchi e nuovi. Governo, sindaci dissidenti (anche se oggi è più morbido) e chi difende l’ambiente con le manifestazioni.
“Sono felice – inizia De Mita – servono opere per lo sviluppo dell’Alta Irpinia. De Luca assunse un impegno a Quaglietta ma allora non si definirono le risorse. Gli chiesi udienza, mi ha ricevuto e cominciammo a discutere delle cose necessarie per l’Alta Irpinia. Lui da buon amministratote era abbastanza contenuto nell’accettare le proposte. Disse che le richieste erano eccessive. Si pensava che 100 fossero molto, io penso che 200 siano quasi pochi. L’Alta Irpinia – prosegue l’ex premier – è un pezzo di territorio con notevoli difficoltà“.
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E si arriva a un primo attacco: “Il piano nazionale è sociologico – afferma a proposito del Progetto Pilota – non legato alla qualità dei problemi”. Qui il riferimento ai De Vincenti, De Caro e Famiglietti è palese (secondo alcuni a Barca e Borghi). “Invece la discussione tra sindaci non è stata sempre convergente perché l’idea che il sindaco si occupa del suo comune è una cosa naturale che qua abbiamo provato a rendere innaturale. Le comunità esigono una dimensione più umana di quella delle metropoli ma vanno organizzate”. Sui colleghi non si sofferma molto, perché poi passa a quello che sembra una polemica, seppur accennata, con chi manifesta. Non è chiaro con chi ce l’abbia. Se coi forestali o con i comitati, ma queste sono le sue parole. “Abbiamo pensato all’azienda forestale per difendere il territorio (l’unione tra due comunità montane in pratica, ndr). Il territorio non si difende con la manifestazioni. E l’azienda può dare lavoro ai forestali“.
Poi il primo cittadino di Nusco passa alla cultura. “L’Alta Irpinia – dice rivolto al governatore – ha un diffuso patrimonio culturale. D’accordo, non è Firenze e Napoli. Ma la tradizione mostra i segni della cultura e dell’arte. Allora la nostra idea è il distretto unico, restaurando quello che manca e organizzando la gestione. Abbiamo coinvolto il direttore della Reggia di Caserta. Lui ci credeva e i sindaci un pò. Spesso – altra stoccata – certe opinioni servono più per coprire il silenzio. Qua il turismo c’è. C’è il Laceno e Calabritto e Caposele. Si fa artigianato di qualità. Immaginiamo di recuperare la funzionalità della Mefite e di valorizzare le risorse idriche”.
Infine il problema mobilità. “I 25 Comuni finiscono per essere una comunità che usufruisce degli stessi servizi per lo spostamento tra paesi tenendo la gente lì però. In un momento di grande distrazione – sussurra ancora al governatore – pensavi fosse Salerno e hai detto sì. Noi parliamo poco, ma ci capiamo. Tutti aspettavano 50-100 milioni, ma siccome sei una persona d’onore hai mantenuto la parola”.
Gli assenti. Tranne un rapido accenno di De Luca non si parla di sanità. Per quanto riguarda i protagonisti del percorso del Progetto Pilota, manca il primo cittadino di Calitri, Michele Di Maio.