Indagato il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro. Le ipotesi sono tentata concussione e voto di scambio. La Procura è quella di Benevento, con le informazioni di garanzia firmate dal procuratore aggiunto Conzo e dal sostituto Saccone. L’indagine è diretta dal procuratore Aldo Policastro.
Fatti che risalgono al 2013. Siamo alla vigilia delle elezioni politiche. La presunta tentata concussione sarebbe stata ravvisata nel tentativo che Del Basso De Caro avrebbe fatto sul dirigente del Rummo dell’epoca, Nicola Boccalone, perchè rimuovesse o trasferisse alcuni funzionari che la dottoressa Ida Ferraro, moglie di De Caro, riteneva a lei ostili.
Il presunto voto di scambio farebbe invece riferimento ad un possibile pacchetto di voti di Rita Cardone, allora impiegata dell’Asl aggregata al Rummo, dove sarebbe stata trasferita a distanza di tempo. Molto del materiale a disposizione dei pm viene dalle intercettazioni dalla Squadra Mobile.
Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, è intervenuto sulla vicenda con un comunicato: “Ho ricevuto un’informazione di garanzia relativa ad un unico episodio verificatosi cinque anni or sono. La condotta contestatami è riferita esclusivamente ad un’intercettazione telefonica di conversazione intervenuta tra me e l’allora Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Benevento. Era il mattino del 27 febbraio del 2013 e, da poche ore, avevo appreso di essere stato eletto deputato al Parlamento. La trascrizione di quell’unica conversazione veniva ampiamente divulgata ed integralmente riportata sui quotidiani nazionali. In questo enorme arco temporale non sono mai stato sentito né sottoposto ad interrogatorio. Oggi, a fine legislatura, la questione si ripropone come “un fiume carsico”. Conservo, intatta, la mia serenità nella certezza di poter dimostrare la mia assoluta estraneità a qualsiasi ipotesi di reato ipotizzata a mio carico, seppure nella forma del tentativo. Rinnovo, senza alcun esercizio di ipocrisia, il mio profondo rispetto per l’operato della Magistratura inquirente alla quale chiederò, come è mio diritto, di essere finalmente posto nella condizione di chiarire la mia posizione“.
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