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Quel che accade all’interno dei partiti con baruffe, cambi di casacca, intoccabili senza voti e posizionamenti calati dall’alto confermano ogni giorno che passa, la deriva delle tribù’ autoreferenziali e delle nomenklature vecchie e superate. E’ la continua scissione del sistema politico sempre più legato a visioni virtuali della quotidianità della gente, che assiste inerme, si interroga, ma non incide più di tanto sul potere dei partiti e dei suoi eletti. Le identità culturali dei partiti di ieri sono l’album dei nostalgici e il nuovo che avanza, spesso di giovani vecchi, evidenzia dietro le baldanzose parole della comunicazione costruita a tavolino, i difetti dei dilettanti nella scalata del potere a tutti i costi. Lo spettacolo in vista delle prossime regionali e’ lo specchio del “tradimento” delle ideologie e dell’impazzimento di troppi e tanti presunti anonimi candidati per ambire alle poltrone che contano. La Campania del futuro, tradita negli anni da narcisismi e da promesse non realizzate, oggi e’ alle prese con l’individuazione dei nomi in attesa dei programmi e della sua risalita tra le capitali morali e dello sviluppo reale. Si decide, nonostante la scarsa credibilità di alcuni “consoli”, in stanze chiuse e senza la partecipazione della gente. Quel che succede a Napoli,Giugliano, Ercolano, per altri versi si evidenzia anche nelle altre province campane con validi ed onesti professionisti della società civile perennemente esclusi dalla competizione ormai in procinto di partire. Tra i professionisti veri ed i professionisti della politica, alla fine vincono e si posizionano da sempre i secondi. Succede ad Avellino, ma anche a Salerno, Benevento, Caserta e in particolare a Napoli. La voracità diventa l’occasione da prendere al volo per mantenere lo status quo e i privilegi (in alcuni casi del dolce far niente) per vivere alle spalle della collettività e dei privilegi da coltivare e da utilizzare. Ci si candida attraverso una conferenza stampa “benedetta” dal locale segretario e dai soliti nomi della dirigenza locale, si anticipano banner e cartelloni con spot elettorali, si porta a conoscenzadegli amici virtuali tramite Facebook e Twitter con frasi ad effetto nelle forme ma senza il Pensiero. Quel che accade oggi, appare come una brutta patologia difficile da guarire. Il malessere è cronico e i messaggi dei leader sono deboli. Tra il “raffinato” Caldoro, l’incognita Cinque Stelle, il “sanguigno” De Luca e altri candidati alla presidenza, la competizione elettorale in procinto di decollare, evidenzia ad oggi, segnali di un diffuso disinteresse dell’opinione pubblica. Tra i problemi della Sanita’, i portafogli sempre più vuoti, la crescita dei prestiti, l’aumento dei fallimenti, i servizi che lasciano a desiderare, le corse tagliate nei Trasporti, il continuo valzer di convegni spesso figli di micro narcisismi, esuberi, mobilità, disoccupazione e l’incerto futuro dei giovani, i talenti che vanno via, adulti in crisi di identità, lo spopolamento dei borghi e paesi, la precarietà sempre più in aumento della scarsa “felicità” individuale, sono sintomi che hanno purtroppo corroso la credibilità dei tanti eletti e della rappresentanza ai vertici del controllo delle decisioni. Occorrono nomi e rappresentanti riconoscibili in grado di far riappropriare la fiducia e la garanzia dell’imparzialità e della buona amministrazione. Attendiamo per credere…