“Ci siamo fatti tante domande in questi giorni, ma nessuna di loro ha avuto risposta”. Don Pietro Bonomo, parroco di Frigento, invoca il silenzio nel rispetto dei familiari di Michele e Maria, i due coniugi uccisi dal loro figlio esattamente una settimana fa.
Con lui, sull’altare, per celebrare i funerali, c’è Don Alberico Grella, prete di Sturno, a simboleggiare l’unione, nel dolore, delle due comunità di appartenenza della coppia. Tra i banchi Luigi Famiglietti, sindaco di Frigento, il suo vice ed i rappresentanti delle amministrazioni di Sturno oltre al presidente della Comunità Montana, Carmine Famiglietti.
Condivisione. E’ questa l’altra parola per commentare, nel corso dell’omelia, quel che è accaduto nell’ultima settimana e per analizzare ciò che, forse, non si poteva evitare: “Non siamo qui per puntare il dito contro la vita di una persona – spiega- siamo qui per condividere il dolore di una famiglia. Non riusciremo mai a penetrare la mente e il cuore di un uomo ma spesso, la superficialità e l’indifferenza, portano a conclusioni affrettate. Non è dato a noi risolvere i problemi degli altri – aggiunge – non siamo chiamati ad avere la bacchetta magica e prevenire le cose prima che accadano, siamo tutti bravi a pensare dopo e presentare soluzioni. Siamo troppo abituati a chiacchierare. Questo è un momento carico di dolore, di tristezza ed amarezza. Affidiamo al signore chi in questo momento è la causa di tanto dolore”.
Un rimprovero, forte e circostanziato, Don Pietro l’ha voluto lanciare a chi, a sua detta, in questi giorni “ha voluto vomitare parole inutili e elucrubrazioni senza senso, approfittando di un momento doloroso che ha ferito la famiglia e la comunità intera, persone che non sanno rispettare il dolore e la sofferenza” . Luca, Tonino, Angela e l’intera famiglia delle vittime sono lì, seduti in prima fila. Il loro sguardo è assente, la loro vita straziata. Una cerimonia composta e dignitosa per la quale il silenzio è l’unico sottofondo possibile.