Dalla lista Guardia Unita, candidato sindaco Antonio Gentile, riceviamo e pubblichiamo
Si è tenuta nella serata di giovedì scorso a Guardia Lombardi la presentazione della lista n. 1, alla presenza dei consiglieri regionali Maurizio Petracca ed Enzo Alaia (qui). Non possiamo che segnalare alcune gravità che sono emerse dal discorso dei due esponenti politici. In particolare, dalle parole del Vicepresidente della Commissione Agricoltura emergono due mali profondi che tutt’oggi condizionano lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia: il clientelismo e la concezione padronalistica della cosa pubblica, tesa a elevare la propria persona al di sopra dell’istituzione che si è chiamati a rappresentare.
Petracca, facendo riferimento alle vicende di un altro comune, che ha partecipato a un programma di sviluppo rurale della regione Campania, ha chiosato dicendo che “lo hanno seguito i consiglieri regionali e si è arrivati al risultato”. Si tratta solo della frase di chiusura di un discorso da cui emerge un messaggio sconcertante sul piano morale e istituzionale: se hai un consigliere regionale “amico” riesci ad ottenere i finanziamenti. Siamo di fronte a una visione feudale della politica, che i rappresentanti istituzionali venuti a Guardia e i membri della lista n. 1 vogliono artatamente veicolare a fini elettorali. Ma chi ricopre ruoli istituzionali deve farsi garante del rispetto delle norme e della pari dignità di ogni comunità di fronte alla legge e non sfruttare posizioni di potere per conquistare vassalli e valvassori sui territori.
L’on. Petracca ha affermato che un’amministrazione per crescere ha bisogno di una filiera istituzionale che funziona. Aggiungiamo che le istituzioni, soprattutto di un ente importante come la Regione, dovrebbero funzionare sempre, con serietà e imparzialità, attraverso uno sforzo teso ad aiutare le comunità, e non a servirsi di esse solo per allargare la propria rete di consenso. Ieri è stato veicolato, con sconcertante disinvoltura, il concetto che un rappresentante delle istituzioni possa chiudere le porte a un sindaco e abbandonare una comunità, nel momento in cui quel sindaco decide di non seguire più una corrente politica o, cosa ancora più grave, di incensare il singolo leader: un narcisismo che offende le istituzioni e calpesta la dignità delle persone».
C’è un altro aspetto che suscita sconforto e amarezza: l’ennesima dimostrazione di un Partito Democratico che è diventato sui territori il Partito Acchiappatutto. Pur di conquistare un sindaco o un consigliere comunale in più, il PD non si tira indietro dal partecipare a tanti gran galà dell’ipocrisia, come quello andato in scena ieri sera a Guardia Lombardi. Gli esponenti del Partito, alla presenza anche di sindaci e amministratori democratici, hanno detto di voler costruire, a partire da paesi come Guardia, un centro-sinistra unito, mentre pochi minuti prima Francantonio Rossi ed Enzo Alaia ricordavano i bei tempi in cui sedevano gomito a gomito in Consiglio Provinciale all’interno di una coalizione di Centro-destra. La confusione è tale che passa quasi in secondo piano il fatto che all’interno della lista n.1 sono candidate persone che nelle ultime elezioni regionali hanno apertamente sostenuto gruppi politici di centro-destra o movimenti che, fuori dal PD e spesso in aperta contrapposizione con esso, hanno deciso di dirottare il loro consenso verso grandi battaglie ideali, come quelle a difesa degli animali.
Urge, dunque, un chiarimento di fronte alla comunità, che a questo punto non vede più una lista civica, ma una compagine eterogenea a cui si sta cercando di dare, con il confuso avallo dei rappresentanti istituzionali del PD, una sbiadita coloritura politica: un atteggiamento che di sicuro offende la nobile storia su cui il Partito democratico si fonda, nonché l’impegno di tanti militanti che non solo a Guardia ancora credono nella politica.
Nel gioco di ombre di ieri sera volto a per nascondere l’esistente si è anche detto che la lista è composta da giovani, a partire dal candidato alla carica di sindaco. All’interno della lista n. 1 non c’è giovinezza né nell’età, né tantomeno nell’animo. Ha colpito il ruolo da attore non protagonista in cui è stato relegato il candidato sindaco, che in maniera ordinata ha declamato il suo discorso ed è tornato a sedersi, mentre il veterano Francantonio Rossi faceva da anfitrione alla serata. Le nostre comunità e il nostro Mezzogiorno hanno bisogno di giovani liberi, che hanno il coraggio di portare avanti le battaglie del territorio con autorevolezza e decisione, senza farsi teleguidare da padrini politici o presunti tali.