In Irpinia per la prima volta, in visita alle sorgenti del Sele venerdì e al borgo di Rocca San Felice sabato. Affascinato dalla bellezza dell’Abbazia del Goleto, baciato dal sole prima e illuminato dalla luna poi. Brunello Cucinelli, imprenditore della moda partito dall’Umbria e diventato leader internazionale nel settore tessile, ha incantato per oltre un’ora, con il suo eloquio fluido e reso musicale dal tipico accento dell’Italia centrale, un pubblico numeroso e variegato che ha affollato venerdì sera il complesso monastico benedettino di Sant’Angelo dei Lombardi: dalla prima all’ultima fila presidenti, senatori, deputati, prefetti, sindaci, industriali, forze dell’ordine. Ma anche tanta gente comune, tanti giovani affascinati dalla storia di un uomo che dal nulla, figlio e nipote di semplici contadini, ha realizzato un impero esportando, insieme al cashmire, anche la sua filosofia aziendale.
“L’essere umano ha bisogno di dignità quasi prima del pane. Ho subito l’umiliazione venendo dalla campagna e lì mi sono chiesto perché l’uomo debba essere umiliato”, ha raccontato prima di svelare i segreti del suo successo. Etica, dignità e morale, questi i cardini del suo agire aziendale. I consigli per gli irpini presenti invece sono: ritornare a curare con fierezza i propri luoghi, ritrovare il rispetto per le istituzioni e conciliare l’idea del profitto da una parte e del dono dall’altra, entrambe derivanti dal concetto di giusto. “Si pensa sempre che le colpe e le responsabilità siano della politica, degli imprenditori. Ma ognuno di voi deve fare la sua parte. Noi genitori abbiamo fatto tanti errori, abbiamo addossato al lavoro il significato della pena. ‘Studia altrimenti dovrai lavorare’, vi abbiamo detto. Si è abbandonato così il lavoro inteso come produzione, si è pensato di governare il mondo con la conoscenza, ma non basta: servono cuore e mente”, ha continuato. E ancora: “Mi sento un patriota a sostegno della mia Italia, è tempo di sostituire la parola paura con speranza. Di ritornare alla produzione manifatturiera, per la quale siamo i secondi in Europa. Basta con queste start up tecnologiche, internet è una benedizione ma va umanizzato o condizionerà in negativo le nostre vite”.
Affermazioni di ordine generale, valide per qualsiasi contesto, ma in Alta Irpinia, nel cuore di una delle aree interne del Paese oggetto anche di una sperimentazione nazionale tutta in mano a politici e ad amministratori, che dovrebbero intervenire sulla qualità della vita delle persone e sui livelli occupazionali per arginare lo spopolamento, le parole di Cucinelli hanno indicato una rotta soprattutto alla gente comune, sono state un’arringa appassionata condita da una buona dose di ironia. “A scuola andavo male, all’università ho dato un esame. Il bar di Gigino è stato la mia scuola di vita – ha confessato – E’ stato il luogo in cui ognuno poteva raccontare le sue pene, un’università dell’anima. A che serve un 110 e lode se non riesci a entrare in contatto con l’altro, a farti amare?”. E i luoghi periferici, come appunto l’Alta Irpinia, per l’imprenditore umbro sono quelli maggiormente adatti a ripartire da un nuovo umanesimo fatto innanzitutto di relazioni. “Possiamo tornare a lavorare sulle periferie? Le periferie sono ricche di umanità”, ha chiesto retoricamente ai presenti. Vivere e lavorare nei borghi, grazie alle opportunità della banda larga, è la sfida che per Cucinelli attende la generazione dei più giovani. “Tutto questo è un contenitore vuoto se non ci sono anime che lo sappiano trasformare”, aveva ammonito poco prima Maurizio Oliviero, docente di diritto pubblico comparato presso l’Università di Perugia, con riferimento al patrimonio paesaggistico e architettonico irpino.
A condire con ulteriore magia la serata è stata la mostra “La bellezza del tempo” dell’architetto Alessandro Di Blasi. L’evento, presentato da Rosaria Bruno, è stato voluto dal presidente di Confindustria Avellino Pino Bruno, in collaborazione con il neo presidente del Rotary club Sant’Angelo dei Lombardi Hirpinia Goleto, Gerardo Nappa. “Realizzo un sogno questa sera rendendo il Goleto location di questo straordinario incontro – ha detto l’architetto lionese -. E lo devo all’amico di giochi Maurizio Oliviero”.