Prime reazioni dopo la scelta della Regione Campania. Via libera dalla Giunta De Luca agli impianti di compostaggio di Conza della Campania e Chianche, la premessa. Impianti che vengono individuati insieme ad altri 23 nel nuovo piano rifiuti regionale. Conza diventa già un caso. E un impianto chiesto dal sindaco Vito Cappiello, che non vede problemi per ambiente e salute, anzi. Ma giovedì si muove subito il fronte ambientalista, chiamato a raccolta dall’associazione “Io voglio restare in Irpinia” (leggi).
A questo punto ci si aspetterebbe quindi una nuova battaglia, ma le visioni non sono univoche. Per esempio quella di Legambiente è chiara: “Una buona notizia attesa da tempo. Alla Regione chiediamo che nella individuazione dei siti si operi in coerenza con Piano regionale dei Rifiuti Urbani. La realizzazione di 25 impianti di compostaggio, annunciata dalla Regione Campania, oltre a far fronte alla procedura di infrazione comunitaria, pone le condizioni per sgravare i cittadini campani dai maggiori costi derivanti dal trasferimento fuori regione. Vigileremo sui tempi di realizzazione visto che l’ esperienza del passato ci insegna che sul tema dei rifiuti non sempre gli annunci si traducono in fatti. Ci aspettiamo la corresponsabilità di amministrazioni e cittadini nel percorso di individuazione dei siti mentre alla Regione chiediamo che operi rigorosamente in coerenza con il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani di recente approvato che prevede esclusivamente l’inserimento degli impianti in aree industriali non inquinate, rispettando i criteri di prossimità alle aree di produzione in modo da ridurre al minimo le distanze per il trasporto agli impianti, adottando le migliori pratiche disponibili e le più consolidate tipologie impiantistiche“.
Sul Mattino si dice soddisfatto Michele Di Maio, il sindaco di Calitri che tra l’altro fa parte di Legambiente: “Finalmente“. Sostanzialmente contrario Stefano Farina. Sul suo comune, Teora, c’è l’unico impianto per l’umido in provincia di Avellino: “Quello di Conza – dice Farina – sarebbe troppo vicino al nostro. Così si viola anche di economicità. Il percorso dei rifiuti dal luogo di produzione a quello di lavorazione deve essere breve“.
(foto Legambiente)