Io, irpino, nell’alluvione di Rossano Calabro | La testimonianza

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di Pietro Quaglietta (irpino di Sant’Andrea di Conza, ingegnere, da tre anni a Rossano in Calabria per motivi di lavoro) Il sole splende nuovamente con vigore su Rossano, che si è risvegliata questa mattina come da un lungo brutto sogno, dopo ore di snervante pioggia e disperazione. Qualcuno – anzi molti – non ha dormito questa notte per continuare a spalare fango cercando di recuperare il recuperabile, o per fare la guardia dagli sciacalli alle abitazioni aperte o nei centri di accoglienza. Siamo obiettivi: nonostante lo zampino dell’uomo, l’evento è stato di proporzioni eccezionali. Sebbene i media abbiano fatto un po’ di confusione nel definirlo nubifragio o violento acquazzone, si è trattato a tutti gli effetti di un’alluvione. La pioggia torrenziale è caduta per l’intera nottata tra l’11 e il 12 e fino alle 18 circa di mercoledì, toccando il suo apice di potenza intorno alle 8 del mattino quando a Rossano si sono registrate frane e smottamenti che hanno provocato poi un fiume di acqua e fango a Rossano Stazione. A Rossano Lido Sant’Angelo nel frattempo un torrente esondava invadendo strade e case e trascinando con sé le autovetture verso il mare. Ora la situazione sta tornando molto lentamente alla normalità: la gente continua a spalare fango da case, scantinati, negozi e ristoranti; diverse abitazioni sono ancora senza corrente elettrica; gli operatori turistici fanno la conta dei danni; il lungomare, appena ristrutturato, ha subito notevoli danneggiamenti. Altro danno affatto trascurabile è il mancato guadagno per un territorio che punta ormai tutto sul turismo e che vede come settimana apicale  (se non unica, come accade in Irpinia) degli eventi e delle presenze turistiche quella – questa! – a cavallo di Ferragosto. Come al solito in questi casi si iniziano i bilanci e si cercano i colpevoli: certamente c’è l’incuria umana, su diversi fronti. Primo, l’argine ha ceduto perché – a quanto risulta – per poter costruire e recuperare metri preziosi è stato parzialmente rimosso il terrapieno esterno di rinforzo all’argine interno del torrente. Secondo: non ho potuto non notare che, assieme al fango e ai detriti, dalla montagna sono state trasportati sul paese tronchi, erba e persino scaldabagni e pneumatici usati, segno incontrovertibile di due realtà. L’uomo continua ad abbandonare rifiuti lì dove non dovrebbe – e la Natura poi li rigurgita contro – e le manutenzioni sui corsi d’acqua, le canalizzazioni, gli scoli e le cunette non vengono effettuate in maniera corretta. In tre anni quasi di lavoro a Rossano è la seconda volta che vedo, seppure con intensità decisamente diversa, un evento simile. Alcune zone del limitrofo paese di Schiavonea si allagano ogni qual volta piove. Anche due anni fa ci furono allagamenti e danni vari a Rossano e da allora non mi sembra sia stato fatto molto per attenuare un rischio che c’è, non si può eliminare e porta il nome di rischio idrogeologico. Non basta una rinfrescata ai canali sulla spiaggia quando si avvicina la stagione estiva. Non è una critica all’amministrazione e alla politica locale – me ne guardo bene, non conoscendola che da spettatore – ma una considerazione di carattere generale che, a giudicare dalla frequenza con la quale si stanno verificando eventi similari, può valere in tutto lo Stivale. Per contro, non si può che prendere atto della resilienza dell’essere umano, specialmente in questi casi in cui la Natura infierisce così bruscamente su di esso. L’Esercito ha reso operativo in meno di 10 ore due campi accoglienza presso il palazzetto dello sport e il campo sportivo per dare ospitalità a parte dei circa 800 evacuati, tra residenti e turisti. Una parte di turisti sta cercando di rientrare dalla vacanza. Elicotteri della Polizia e della Protezione Civile sorvolano ininterrottamente la zona. Il dispiegamento a terra di uomini e mezzi di Protezione Civile e Vigili del Fuoco, provenienti da tutto il Sud compreso l’Irpinia, è stato massiccio e tempestivo, anche se qualcuno sostiene senza un buon coordinamento. La cittadinanza ha collaborato attivamente alla raccolta di vestiti e viveri. Ultima considerazione sulla potenza dei social network e l’importanza di utilizzarli correttamente: un operatore della Caritas di Rossano, anch’essa impegnata nelle operazioni di sostegno alla popolazione colpita, riferisce che a seguito della pubblicazione di un post su FB, condiviso di bacheca in bacheca, da parte di una mamma con un bimbo con la febbre, sono arrivate presso l’infermeria del centro accoglienza ben 330 scatole di Tachipirina! Tutto fa sperare in una ripresa rapida nonostante il disastro e presto la frenesia di recuperare la vita e quotidianità di sempre lascerà purtroppo spazio a polemiche e divisioni.