Su 33 comuni al voto in provincia di Avellino, 7 vedono un unico candidato a sindaco. Una dinamica scaturita anche dall’abbassamento della soglia del quorum in caso di lista unica (portata dal 50 al 40 per cento) e dall’esclusione dei votanti residenti all’estero (liste Aire) dal computo. Questi ultimi potranno sì votare, ma il loro numero nelle liste elettorali dei comuni non si aggiunge agli elettori residenti nel singolo comune ai fini della percentuale. In ogni caso sarà più facile vincere le elezioni, con una lista unica, rispetto al passato. Ecco perché le liste civetta della tornata 2016, e non erano poche, sono scomparse.
Poi, certo, ci si è messo lo scenario politico a produrre il fenomeno. Partiti essenzialmente assenti nelle varie competizioni, sia di centrosinistra che di centrodestra. E un po’ ha contributo pure lo spopolamento, un trend che non vede segnali positivi.
Che cosa accade domani a Lioni, Lacedonia, Frigento, Teora, Torella dei Lombardi, Montaguto e Manocalzati? L’auspicio per i candidati è quello di raggiungere il quorum già in serata o quantomeno di avvicinarsi il più possibile confidando poi nella giornata di lunedì 4 ottobre (si vota fino alle 15.00). Ma anche se la soglia del 40 per cento dovesse essere raggiunta prima del pomeriggio di lunedì, gli aspiranti sindaci dovranno aspettare un po’ prima di poter brindare. La riforma voluta dall’Anci stabilisce che il 40 per cento non sia sufficiente, da solo, per considerare l’elezione valida. Per evitare il commissariamento, almeno il 50 per cento delle schede presenti nell’urna dovranno contenere preferenze valide. Schede bianche e nulle non saranno considerate.
Una percentuale di schede non valide superiore al 50 per cento è un’eventualità remota, ma va comunque tenuta in considerazione.