Maxi-operazione antimafia in Irpinia: convalide e misure cautelari per sei indagati del presunto sistema di usura
Tribunale (Canva) IrpiniaPost.it
Ad Avellino si chiude la fase delle convalide nell’inchiesta antimafia della DIA su usura ed estorsione tra Montoro e Solofra.
In Irpinia si chiude una settimana intensa nelle aule di giustizia.
Davanti al Giudice per le indagini preliminari si è conclusa una fase decisiva di un’inchiesta che tocca da vicino il tessuto economico locale.
Le indagini, coordinate dagli organi competenti, hanno acceso i riflettori su dinamiche complesse che intrecciano affari, denaro e pressione criminale.
Ora, con le prime decisioni del giudice, il caso entra in una nuova fase giudiziaria. Cosa sta succedendo.
Maxi operazione antimafia: la svolta giudiziaria dell’inchiesta
È terminata la fase cruciale degli interrogatori di convalida davanti al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, Mario Tringali. L’attenzione si concentra sulla maxi-operazione antimafia condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia di Salerno, che ha scoperchiato un presunto sistema di usura ed estorsione ai danni di imprenditori del comparto conciario dell’Irpinia.
Le udienze, svoltesi in un clima di massima sicurezza, hanno confermato la solidità delle indagini avviate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. L’inchiesta ha delineato un quadro complesso, dove interessi economici, minacce e prestiti a tassi usurari si intrecciano con i legami della criminalità organizzata campana. L’attenzione resta puntata sul ruolo dei sei principali indagati, al centro di un sistema che avrebbe condizionato pesantemente l’economia locale.

Tribunale di Avellino: custodie cautelari e scenari futuri
Al termine delle udienze, il GIP Tringali ha disposto la custodia cautelare in carcere per Antonio Donniacuo, Roberto Guarnaccia, Rocco Ravallese e Luigi Pescatore, mentre per Thomas Siano e Roberto Vietri è stata ordinata la misura degli arresti domiciliari. Entrambi, collaborativi durante gli interrogatori, saranno condotti alle rispettive abitazioni entro due ore dalla scarcerazione, come previsto dall’articolo 97 bis del codice di procedura penale. L’indagine, coordinata dalla DDA di Salerno, ha rivelato un meccanismo di prestiti con tassi fino al 20% mensile e un sistema estorsivo che avrebbe soffocato imprenditori di Montoro e Solofra. Le vittime, secondo le accuse, venivano costrette a versare somme sempre più elevate, in un circolo vizioso di debiti e pressioni psicologiche. Gli inquirenti ipotizzano collegamenti con il Nuovo Clan Partenio, attivo tra l’Irpinia e il salernitano.
Gli indagati, difesi dagli avvocati Alberico Villani, Mauro Iannone, Raffaele Tecce, Gaetano Aufiero e Massimiliano Russo, restano ora al centro di un procedimento che potrebbe avere ulteriori sviluppi nelle prossime settimane. La magistratura intende approfondire i legami tra le attività economiche locali e i flussi di denaro legati all’usura, un fenomeno che, ancora una volta, mette in luce la vulnerabilità delle piccole imprese di fronte alla pressione criminale.
