No all’eolico selvaggio, Libera con l’Alta Irpinia

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Argomenti che si intrecciano e che solo apparentemente fanno parte di realtà diametralmente opposte. Ambiente e illegalità, spesso, diventano due facce della stessa medaglia. In Irpinia il grido d’allarme è stato già ampiamente lanciato nei mesi scorsi da chi, da tempo, denuncia quel che sta accadendo in Alta Irpinia sul tema dell’eolico selvaggoo. ù Simbolica, dunque, la chiusura della carovana di “libera” proprio su questo tema. L’appuntamento era fissato per le 15.30 presso la sede del’associazione dove volonatari e responsabili dei comitati si sono incontrati per fare il punto su una questione di scottante attualità. A raccontare quel che accade nella sua terra Michele Sollazzo del comitato “No Eolico”. Un cerchio intorno a Solazzo ha permesso ai volontari di ascoltare ed apprendere le problematiche della cosidetta irpinia d’Oriente, dove da mesi si combatte una battaglia contro l’eolico soprattutto dopo i 14 episodi oscuri (intimidazioni ed esplosioni). In quel posto nemmeno tanto lontano dal capoluogo dove gli interessi stanno costringendo al popolazione ad una rivolta dal basso. Solazzo ha raccontato del caso Monteverde, dello scempio di Bisaccia, della pala eolica che ad Andretta ha perso olio lubrificante per l’intera giornata. Netta, dunque, la sua posizione: “La nostra terra non è più nostra – dice – e dobbiamo fare qualcosa per tutelarla. I sindaci, la politica ci danno delle indicazioni ma dobbiamo essere noi a capire quel che è meglio per il nostro futuro e per le nuove generazioni. Dobbiamo proteggere quel che abbiamo e smascherare chi vuole lucrare. Abbiamo il dovere di prendere posizione e proteggere il nostro territorio da ogni tentativo di infiltrazione”. Parole, forse, già sentite. Urlate tante volte dagli attivisti. Parole che non bastano mai. Che oggi più che mai, con l’esempio di “Libera”, abbiamo il dovere di ascoltare per capire, come ha suggerito Francesco Iandolo, referente provinciale dell’asssociazone fondata da Don Ciotti, “La mafia può nascondersi ovunque”. Guardare nel nostro orticello può farci solo bene. E di ambiente aveva parlato nella mattinata il Procuratore Rosario Cantelmo, sul tema Isochimica. Nella giornata della memoria e dell’impegno in ricordo della vittime innocenti delle mafie erano migliaia al corteo. Un corteo che si è fermato davanti alla fabbrica dei veleni di Borgo Ferrovia. “Una manifestazione molto importante per quelli che saranno i cittadini di domani, consapevoli del fatto che si sta lavorando per vivere nel futuro senza l’ombra della criminalità organizzata. Ci sono tante ferite aperte in Irpinia – ha spiegato Cantelmo. L’impegno va mantenuto sempre vivo contro gli atteggiamenti negativi, di connivenza che viviamo ogni giorno. Occorre quindi ricordare quanti hanno sacrificato la propria vita per un ideale più alto. In questa provincia, specie nella parte a confine col napoletano, c’è una parte di territorio che è fortemente a rischio. L’Isochimica è una delle ferite aperte in Irpinia. Credo che l’aver trascurato questa vicenda per anni sia stata una colpa imperdonabile. Le vittime e i loro familiari troveranno soddisfazione in sede processuale dove tutti saremo chiamati a fare la nostra parte”.