Andranno via sabato mattina da Sant’Angelo dei Lombardi. Dieci di loro per il momento, poi gli altri. Sono i profughi che non entrano subito, forse non entreranno mai, nel programma per i rifugiati e i richiedenti asilo. Sono i figli di nessuno anche nell’accoglienza, quelli che venerdì pomeriggio hanno atteso un destino ancora ignoto. Verso un’altra struttura. Sì ma dove? Non c’è nessuno a spiegarlo, in contrada Fredane c’è solo un ragazzo che fa capo alla cooperativa. E il vigile Alfredo, chiamato ad aspettare il mezzo che avrebbe portato i migranti altrove. E basta. E poi loro: migranti del mondo e ora migranti anche in provincia.
Venerdì sera due rappresentanti dell’Amministrazione comunale santangiolese sono davanti alla Prefettura di Avellino, per far rispettare gli impegni presi lunedì scorso tra sindaco Repole e prefetto Sessa, che parlavano di venerdì come termine ultimo dopo giornate di polemiche. In serata la notizia: trasferimento rimandato, non più venerdì pomeriggio ma sabato mattina. La situazione è paradossale, perché intanto loro, i ventitré, non sanno quasi niente di tutto questo. Il braccio di ferro tra le Istituzioni è legittimo e triste allo stesso tempo. Forse hanno tutti un po’ ragione e tutti un po’ torto.
Prendi il Prefetto. Lui deve “smistare” gli arrivi in Provincia, e dal suo punto di vista poco importa che un paese ospiti già richiedenti asilo o altri profughi, caso Sant’Angelo e caso Prata. E’ emergenza, anche se la casa di Sant’Angelo è stata affittata un po’ di tempo prima a una cooperativa…
Ma la Prefettura deve garantire l’ordine in provincia e quindi forse ha ragione, non è che può lasciare decine di disperati davanti alla Questura per formare una Calais avellinese. Ma ha torto quando, stando alla cronaca, la decisione di portare profughi in un Comune o in un altro non viene concordata con il sindaco. E quest’ultimo ha probabilmente ragione quando parla in maniera critica della Prefettura. Oppure quando contesta eventuali lacune nell’abitazione. Se l’ordinanza di sgombero è stata firmata per inagibilità qualche motivo ci sarà pure, e se non è così i rappresentanti della cooperativa devono contestare secondo legge e solo secondo legge. Ma i profughi silenziosi subiscono, e questo è un fatto. E allora sabato mattina si vedrà, con dieci africani che verranno portati altrove perché l’Amministrazione è intenzionata a far rispettare l’ordinanza di sgombero. In un modo o nell’altro è pur sempre una sconfitta per il sistema dell’accoglienza. E questo è un altro fatto.