Riposa in pace: è morta la fabbrica italiana più produttiva dal 1900 | Da oggi diventa una discoteca a tutti gli effetti

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La chiusura della famosa fabbrica (Foto di the blowup su Unsplash) - irpiniapost.it

Una storica icona dell’industria italiana chiude un capitolo lungo oltre un secolo e da simbolo del made in Italy diventa discoteca.

Certe fabbriche non chiudono mai davvero: smettono solo di produrre e cominciano a collezionare ragnatele. E nel frattempo noi continuiamo a chiamarle “simbolo del made in Italy”, giusto per non dover ammettere che sono solo scheletri con il marchio sopra.

L’Italia industriale ha vissuto il suo splendore come una lunga estate: catene di montaggio ininterrotte, sirene di inizio turno, la promessa di un domani stabile. Poi è arrivato l’autunno delle delocalizzazioni, l’inverno delle crisi, e la ruggine ha cominciato a farsi spazio tra i sogni in lamiera.

Stabilimenti che sembravano immortali, templi della produzione, luoghi in cui il progresso prendeva forma. Oggi restano gusci vuoti, santuari di un culto dimenticato. Qualcuno ci ha messo dei graffiti, qualcun altro dei cartelli di “vendesi”. L’industria muore in silenzio, ma la nostalgia fa più rumore.

E così si piange l’ennesima perdita: un colosso nato nel fervore del Novecento, simbolo di un’Italia che sapeva costruire sogni a quattro ruote. Tutti credevano fosse solo una questione di tempo prima che qualcuno lo trasformasse in un museo. Nessuno immaginava che il destino avesse in realtà in serbo un DJ.

La famosa fabbrica italiana diventa una discoteca

È successo nella notte più lugubre e festaiola dell’anno: Halloween. Mentre le streghe sfilavano nei locali e le zucche si accendevano sui balconi, migliaia di persone hanno deciso di resuscitare una fabbrica. Ma non con chiavi inglesi o bulloni: con casse, stroboscopiche e bassi da far tremare i muri.

L’ex stabilimento automobilistico di Campogalliano, un tempo orgoglio della Motor Valley, ha riaperto le sue porte senza inviti. Cancellate scardinate, parcheggi invasi, viabilità in tilt. Dentro, dove un tempo nascevano bolidi da sogno, ora si agitano corpi al ritmo di techno. Il suono dei motori sostituito da quello dei subwoofer.

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La discoteca (Foto di Pexels da Pixabay) – irpiniapost.it

Un cambio di rotta inatteso

Le forze dell’ordine, riporta sportmediaset.mediaset.it, hanno dovuto fare i conti con la nuova “produzione”: litri di adrenalina, decibel e sostanze psichedeliche. Centinaia di persone identificate, un arresto, e l’amara consapevolezza che il decreto anti-rave del 2022 è servito solo a cambiare le playlist, non le abitudini.

Così la “Fabbrica Blu” è tornata a vivere, ma in una versione grottesca: non più icona di ingegno italiano – qui si producevano  Bugatti – bensì monumento alla disattenzione e al degrado. E magari tra qualche anno la chiameranno “location industriale” e la affitteranno per matrimoni. Perché in Italia niente muore davvero: cambia solo target. E, come siamo bravi noi a reinventarci, nessun altro è in grado.