Rivolta rifugiati a Serino, Losco (PD): ‘Sui soldi rimpallo di responsabilità’

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Pomeriggio ad alta tensione ieri a Serino dove un gruppo di profughi ha inscenato una protesta contro i gestori dei uno dei due centri di accoglienza cittadini, ferendo due operatrici. Non è la prima volta che Serino si ritrova al centro delle cronache per la questione “rifugiati”: il mese scorso era toccato al Raccordo AV-SA bloccato per qualche ora. Il motivo è sempre lo stesso: la mancata distribuzione del pocket money, cioè l’obolo giornaliero che le cooperative sociali che gestiscono l’accoglienza dovrebbero versare agli immigrati ospitati nei centri. Due quelli serinesi: uno in paese, in via Fiume Sabato; l’altro nei pressi del parco faunistico, in una zona periferica, in via Giffoni Valle Piana, entrambi oggetti nei mesi scorsi di visita da parte del responsabile Diritti e Legalità del Partito Democratico irpino, Antonello Losco, che abbiamo raggiunto al telefono. Ancora un episodio di insofferenza a Serino, cui si aggiungono Venticano e Bisaccia, solo per citarne alcuni registrati negli ultimi mesi.“Ancora un episodio e purtroppo la situazione non è rosea. Nei mesi scorsi avevamo iniziato – senza troppi clamori perché non avevamo bisogno come partito di issare bandierine o fare sfilate – un tour tra i centri di accoglienza. L’iniziativa era un modo per confrontarci con i ragazzi ospitati nelle strutture irpine e creare un raccordo tra le cooperative, i profughi e gli amministratori locali dei diversi territori, perché spesso non esiste”.Le cooperative si muovono in autonomia rispetto ai territori, potremmo dire.“Sì, ma perché è il meccanismo dell’accoglienza che non dà poteri ai Comuni. La gestione è affidata alle cooperative dalla Prefettura. Quello su cui si può però lavorare, è provare a fare integrazione coinvolgendo i profughi nel tessuto sociale. E in questo le amministrazioni possono avere un ruolo importante. Consideriamo che questi ragazzi, prima di essere convocati a Caserta dalla commissione che valuta le loro richieste, restano a lungo fermi nei nostri paesi”.Quali criticità sono emerse nel corso del vostro mini-tour?“Purtroppo, per il sopraggiungere della campagna elettorale che ha congelato un po’ tutto, non abbiamo avuto modo di visitarli tutti. Quello che ho notato è che i centri più piccoli, al di sotto delle 15 unità, hanno una gestione sul modello famiglia. I problemi aumentano con l’aumentare delle dimensioni delle strutture. Ma il vero tema è quello economico: la vera questione è il rimpallo di responsabilità tra cooperative e prefettura, con le prime che sostengono di non ricevere da mesi le risorse da versare agli immigrati e fanno fatica ad assicurare i servizi. C’è molta disinformazione e populismo sul tema dell’accoglienza: il messaggio che passa, anche sentendo Salvini e la Lega, è che lo Stato regala 30 euro al giorno ai profughi. La gente non conosce i meccanismi, la frustrazione aumenta vista la crisi generalizzata e si innesca una pericolosa guerra tra poveri”.Continuerà il suo viaggio tra i centri irpini?“Non so se sarò io a portare avanti questa iniziativa in seno alla segreteria provinciale, ma auspico che il lavoro continui perché finora il tema è stato molto sottovalutato”.