“Ex Irisbus ed El Ital, due vertenze ancora in piedi che certificano, laddove ve ne fosse ulteriore bisogno, il fallimento della classe politica che ha governato gli insediamenti industriali del nostro territorio e dei sindacati che, anziché essere dalla parte dei lavoratori, hanno fatto gli interessi di imprenditori senza scrupoli”. Così scrive il deputato del Movimento 5 Stelle, Carlo Sibilia, rispetto a due delle questioni più preoccupanti che si registrano in Irpinia da diverso tempo.
“Sullo stabilimento di Flumeri – ricorda il parlamentare avellinese – fin dall’inizio ho espresso le mie perplessità rispetto alla soluzione che si andava definendo con la costituzione di una NewCo. Si capiva che non c’erano i presupposti per una conclusione positiva e soprattutto veloce della questione. Avevamo molti dubbi legati alla partita dei finanziamenti da parte di Invitalia all’Industria Italiana Autobus, ex Irisbus. Per questo ho presentato un’interrogazione al Ministero dello Sviluppo economico, chiedendo conto di cosa realmente c’è sul tavolo della discussione. I lavoratori non possono fare Avellino – Roma come fossero palline da ping pong, visti i continui rinvii. Bene la cassa integrazione, ma non si può andare avanti così. Per lo stabilimento di Flumeri la salvezza è rappresentata dalla tecnologia e dalla valorizzazione dell’indotto”.
“Rispetto alla El Ital, invece – commenta il portavoce pentastellato – anche qui le Istituzioni falliscono, a partire dalla Regione Campania. Ed invece devono assumersi le proprie responsabilità e inchiodare i responsabili agli obblighi di legge e agli impegni politici assunti. La magistratura interviene dopo, a danno fatto, e non può sempre sostituirsi alla politica, chiamata proprio a risolvere i problemi della gente. Sul caso dell’azienda di Pianodardine, che sto seguendo da molti mesi, mi riservo di produrre un atto di sindacato ispettivo per fare piena luce. Ma un dato di fatto resta: per quanto tempo ancora i partiti politici di destra e di sinistra potranno prendersi gioco della disperazione dei nostri lavoratori?”.
“In tutto questo scenario a dir poco sconcertante non deve essere sottaciuto il fallimento dei sindacati che, ormai, nelle vertenze, non hanno più voce in capitolo o, se ce l’hanno, è spesa per mediare, non si sa perché, proprio con quegli imprenditori che hanno portato allo sfascio il sistema produttivo irpino. La verità è che dovrebbero chiudere i battenti e restituire agli iscritti i soldi delle tessere. Tutti gli operai che sono stati difesi da loro hanno perso definitivamente il lavoro. Ciò che non funziona, quando infiltrato dalla corruzione, va abolito”, conclude Sibilia.