‘Terra’, Gallicchio diventa scrittore: ‘Conservate la capacità di sognare’
“Chi opera nella cultura in Irpinia spesso è sottovalutato e non riceve il giusto riconoscimento perché oggi la cultura è diventata spettacolo. Non conta più il contenuto, ma chi lo firma: un cantante, un attore, un calciatore”, il commento di Paolo Saggese alla presentazione dell’opera prima di Pasquale Gallicchio, “Terra”, questa sera a Lioni. Nella sala dell’Osteria Pica, il caffè letterario dell’Alta Irpinia, i più attenti si scambiano rapide occhiate e sorrisini. Qualcuno sicuramente coglie un riferimento, per quanto velato, a Capossela e al suo “Il paese dei Coppoloni”. Ma la serata è dedicata al giornalista di Bisaccia e alla sua “Terra”, edita da Delta 3. Un racconto in chiave storica e romanzata, ambientato negli anni ’40, con protagonisti l’amore, la fame di giustizia, l’emigrazione, la ricerca di integrazione e il desiderio di riscatto dei contadini del Sud, che non sono solo quelli di Bisaccia, ma popolano ogni sud del mondo. Un libro da candidare al Premio Strega, per Peppino Iuliano del Centro di Documentazione per la Poesia del Sud:“Se Arminio fa il paesologo, Pasquale è un paesista cioè racconta la compartecipazione natura – comunità. Non so se sarà un caso letterario, ma per me parlando di fattucchiere e streghe si candida a essere da Strega”. Gallicchio si schermisce, ringrazia e risponde con una battuta: “Mi sembra già abbastanza affollato”. A Rosanna Repole prima e Rosetta D’Amelio poi, il compito di riempire di contenuti politici la presentazione. “Questo romanzo contiene l’idea della terra come collante – la sottolineatura di Rosanna Repole, che ricorda la battaglia contro la discarica del Formicoso: “Questo libro è un invito alla speranza e noi come amministratori abbiamo il dovere di mettere da parte il vecchiume, fare autocritica ed essere coesi per dare un futuro alla nostra terra”. “Vi ho ritrovato scelte di vita che accomunano tanti di noi che ci portiamo dentro questa terra che non è solo sudore, ma può essere risorsa. A partire da questo grande amore abbiamo il dovere di trovare risposte, perché spesso la politica si perde in teorizzazioni”. Nel finale l’appello di Pasquale Gallicchio per un nuovo impegno dal basso, fatto di piccoli gesti, come quello didevolvere tutto il ricavato della vendita del libro all’acquisto di un device in grado di potenziare lo Psaut di Bisaccia. “Ringrazio Rosetta – sottolinea – perché lavorando con lei ho avuto opportunità di crescita professionale e perché ha arricchito il libro con il suo essere donna impegnata per il territorio che non si è mai risparmiata. Questo infatti è un romanzo al femminile”. Una genesi lunga e tormentata per “Terra”, dedicata all’Irpinia e soprattutto al padre, scomparso alcuni anni fa e dirigente del Partito Comunista. “Ho voluto restituire, lasciando traccia su carta, il patrimonio di racconti ascoltati dagli anziani del mio paese e da mio padre in sezione. Agli amministratori dico di conservare una dose di sogno, di non restare troppo ripiegati sul presente, di fissare l’utopia del cambiamento”.