‘Turismo e paesaggio, smascherata la bufala’

Immagine non disponibile

“Il sindaco di Monteverde, quantomeno, ha smascherato la bufala del turismo. Ha scoperchiato una pentola vuota”. E’ il primo commento di Mario Pagliaro, architetto, responsabile del blog Vertenze Ambientali ed ex responsabile provinciale ambiente nel Pd. Lo abbiamo ascoltato dopo la conferenza stampa di Francesco Ricciardi, primo cittadino di Monteverde,che non si opporrà alle 35 pale eoliche previste sul suo territorio. E allora Pagliaro. Ricciardi sindaco incosciente o sindaco realista? Io questo non lo so. So solo che si è trovato ad affrontare scelte antiche. Una situazione figlia di politiche del passato. Ma in questa storia tutto è sbagliato, anche il comportamento dell’amministrazione di Monteverde. A questo punto tanto vale far costruire altre pale se si pensa al vantaggio economico… Sì? Ma tra 10 anni c’è un territorio che rischia di diventare lo sversatoio e la centrale elettrica delle aree metropolitane. Non le sembra un po’ troppo? Certo la mia è una provocazione. Ma no, non credo si arriverà a questo. Ci sono dei limiti e ce ne saranno, lo sanno pure le compagnie. Non credo si possa andare molto avanti rispetto a quello che è stato fatto. Ma qui il problema fondamentale è culturale. L’eolico è visto come il male ma non è peggio delle aree Pip vuote, dei capannoni industriali dismessi, delle stesse abitazioni sparse tu tutto il territorio provinciale, di tutta la devastazione di 30 anni. Almeno sulle pale ci dovrebbero essere dei contratti che disciplinino lo smaltimento. Sulle fabbriche no. Se l’azienda fallisce e va via resta tutto sul territorio. L’eolico non va demonizzato, a differenza delle trivellazioni. Si devono accettare compromessi anche per combattere l’ipotesi del petrolio. E ribadisco. Esiste un problema culturale anche quando si pensa che l’energia prodotta a Lacedonia si debba consumare solo a Lacedonia. Ci sono dei posti in cui è più conveniente produrre. Punto. E’ così per tutto. Le comunità però stanno subendo troppi attacchi. E comunque si continua a emigrare. Con o senza pale ed elettrodotti. A che pro questi compromessi? Intanto rilevo come non sia mai nato un comitato contro i pip vuoti e le case sparse ovunque, a livello ambientale e culturale più dannose delle pale… Vuole dire che un po’ la colpa di ciò che avviene è degli stessi abitanti? Le amministrazioni sono espressione della comunità, sempre. Le comunità irpine hanno avuto i pip, aree produttive senza senso, il proliferare di fabbriche inquinanti. In questo caso l’eolico. Però sembra che oggi i sindaci sbaglino qualunque cosa facciano. Sbagliano se dicono no all’eolico e basta. Sbagliano se non combattono l’eolico. Che devono fare? Vogliamo parlare della moratoria che hanno firmato? La moratoria è un indirizzo culturale e niente più. C’è pure la moratoria sulla pena di morte ma negli Usa si continua ad ammazzare condannati. Tu sei un sindaco, hai firmato questo documento. Ma se hai degli accordi precedenti come pensavi di opporti? Allora sei incoerente. La verità è che nessuno dei sindaci della zona fa parte di un’unione dei comuni, nessuno si è prima rivolto alla politica per pensare seriamente al futuro dei cittadini. Si doveva dire ben prima quante pale possiamo mettere. Non hanno idea di cosa significa programmare uno sviluppo. Adesso i sindaci si comportano anche da associazioni. E invece sono istituzioni. Non programmano ma demonizzano. Non fanno Puc intercomunali. Non parlano con i loro riferimenti politici. Quando ero in segreteria Pd nessuno mi ha mai detto “non voglio il petrolio” o “non voglio l’eolico”. E i comitati? Stanno facendo il loro lavoro o no? Per me i comitati sbagliano strategie e molti sono composti da persone che non hanno alcuna credibilità. Si comportano come se avessero un potere contrattuale pari a quello del sindaco. Ma almeno il sindaco è stato eletto. Il sindaco rappresenta una comunità, loro cosa rappresentano? Pagliaro, sta demolendo tutto e tutti. Che cosa si può fare in questo momento per regolamentare il fenomeno? Sicuramente non il polo delle rinnovabili che stava nascendo qualche anno fa. Un’idea fortunatamente sotterrata che serviva solo a costruire altre fabbriche sostanzialmente. A beneficio di pochi… Ma così Lei continua a demolire… E non posso farci niente. Oggi non vedo strade a breve termine. Ci portiamo dietro il pregresso. Paghiamo i patti lobbistici degli ani ‘90. Regolamentare l’utilizzo del territorio? Sì, è la soluzione a medio-lungo termine. Ma non può valere solo per l’eolico. Deve valere per le strade come per la campagne. Per ogni cosa. Sarebbe buono se i proventi dell’eolico fossero utilizzati per rifare i centri dei paesi che stanno messi malissimo. Per rendere minimamente vivibili i borghi. Parliamo di turismo allora. Le pale comprometterebbero eventuali flussi? Ma non diciamo sciocchezze! Noi siamo convinti, in ogni luogo di questa provincia, che il turismo ci salverà. Iniziamo col dire che non siamo a Capri né a Saint-Tropez. A differenza del Sannio il bello lo trovi a chiazze in Irpinia. Il turismo può essere importante in alcuni luoghi ma non è la panacea di tutti i mali. Però è argomento mediatico, porta consenso. Come l’ambiente. Il problema vero è che qui il turismo viene affidato ad avventurieri del finanziamento europeo e a una serie di Proloco senza professionalità. A volte turismo e comitati coincidono. Gli ultimi sanno dire solo “questo è bello e questo è brutto”. Ma vuole sapere una cosa? Per me le pale eoliche sono belle. Se non ci fossero le pale il Formicoso sarebbe un luogo inutile. Lei così si metterà contro un bel po’ di persone come già è avvenuto qualche giorno fa dopo un’intervista a orticalab.it. Non vogliamo salvare qualcosa o qualcuno? Con tutto l’impegno è difficile. Uno si trova davanti a sindaci che negli anni non hanno saputo gestire i borghi, concependo strutture senza pensare alla gestione. Poi i comitati… Io onestamente penso che anche un piano di regolamentazione sia inutile se non si ha un’idea complessiva, di sistema, del territorio. Ma questa si costruisce negli anni.