UFFICIALE: introdotto il Coprifuoco del Pane | Dopo quest’ora non possono vendertelo per legge: supermercati assaltati
Il coprifuoco del pane (Foto di Philippe Ramakers da Pixabay) - irpiniapost.it
Scatta il coprifuoco del pane: niente vendita dopo una certa ora. Panico nei supermercati. Ma cosa c’è davvero dietro questa misura?
Se c’è una cosa che mette d’accordo tutti, è il pane. Croccante o morbido, bianco o integrale, appena sfornato o tostato: è il compagno silenzioso di ogni pasto, il re non proclamato della tavola. È una di quelle presenze silenziose che nessuno nomina, ma che tutti si aspettano.
Non c’è dieta che tenga, non c’è moda che lo scalzi del tutto. Quando sparisce dal cestino, lo noti subito. Quando è buono, parli solo di quello. E quando manca, ti manca davvero. Non è solo fame: è un gesto familiare, un conforto quotidiano.
Alcuni lo annusano come fosse un profumo d’autore. Altri lo spezzano con la stessa solennità con cui si aprirebbe un testamento. È cultura, abitudine, storia; eppure, oggi, è anche un problema.
Perché adesso, pare, non puoi più comprarlo quando vuoi. Dopo una certa ora, niente più filoni. Niente rosette, niente baguette. È il nuovo coprifuoco del pane. Ma come?
Il coprifuoco del pane: niente vendita dopo una certa ora
La notizia ha scatenato un mezzo panico. Ma quello che sta dietro questa misura è molto più amaro di una crosta troppo cotta.
Tutto parte da un piccolo Paese dove l’ordine è sacro anche tra le fette: la Svizzera. Proprio lì, in quella culla di cioccolato e puntualità, il settore del pane è in crisi nera. Prezzi al ribasso, concorrenza feroce, grandi gruppi che tagliano posti di lavoro come fossero crostini troppo duri.

Oltre l’orario, oltre il prezzo
Il colosso Aryzta, spiega ilmessaggero.it, ha annunciato centinaia di licenziamenti. Panetterie storiche chiudono, persino le catene ridimensionano la produzione. Il motivo? La guerra del pane economico: una corsa al ribasso che i piccoli punti vendita non possono sostenere. Il modello svizzero è solo lo specchio di una tendenza più ampia. Ovunque i grandi distributori abbassano i prezzi per attirare clienti, mentre le botteghe di quartiere, coi loro costi reali, arrancano. E così il pane – quello vero, fatto con mani vere – rischia di diventare un lusso. Un bene che si dà per scontato, fino al giorno in cui smette di esserci.
Il “coprifuoco” allora non è solo un orario: è un segnale. Una sveglia puntata sull’indifferenza. Perché senza scelte consapevoli, il rischio non è che il pane finisca la sera. È che a sfornarlo, un giorno, non ci sia più nessuno.
