Ultim’ora: ABOLITE LE 8 ORE LAVORATIVE | Da oggi puoi lavorare solo fino alle 13: questi mestieri non ammettono eccezioni
Abolite le 8 ore al lavoro (Foto di Karola G da pexels) - irpiniapost.it
Abolite le 8 ore lavorative: scopri chi può ora terminare il lavoro alle 13 e come cambia la gestione dei turni.
Otto ore al giorno, cinque giorni a settimana. Il mantra del lavoratore moderno: sveglia presto, caffè, traffico, scrivania. Poi ancora schermo, riunioni, straordinari non pagati e il sogno del weekend come unica forma di libertà.
Il lavoro, dicono, nobilita l’uomo. Ma dopo otto ore (quando ti va bene), lo nobilita o lo consuma? C’è chi vive in simbiosi con la macchinetta del caffè e chi ormai misura il tempo in “pause pranzo”. L’unica certezza: la giornata sembra non finire mai.
C’è chi scherza dicendo che le otto ore furono inventate quando le persone dormivano di più, avevano meno mail e nessun gruppo WhatsApp aziendale. Oggi lavorare otto ore sembra un’impresa olimpica.
Eppure, da oggi, qualcosa è cambiato. Le otto ore sono state “abolite”. Almeno per qualcuno. Si lavora solo fino alle 13. Questo è il risultato di una decisione che potrebbe riscrivere le regole del lavoro in Europa.
Lavoro: abolite le 8 ore
Il punto di svolta nasce in Italia: una dipendente del settore vigilanza, madre di un figlio con disabilità, ha chiesto un orario mattutino per poter garantire l’assistenza pomeridiana. Una richiesta che ha portato la giustizia europea a interrogarsi sul confine tra lavoro e vita privata.
La vicenda, spiega brocardi.it, è arrivata davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che l’11 settembre 2025 ha risposto con una sentenza storica: anche chi si prende cura di un familiare disabile – i cosiddetti caregiver – ha diritto a orari flessibili e adattamenti sul posto di lavoro. Non è un favore, ma un diritto.

La svolta per i lavoratori
Questo significa che l’Europa riconosce ufficialmente che anche la cura è lavoro. E che conciliare l’assistenza con l’occupazione non può più essere una battaglia privata. Le aziende dovranno trovare soluzioni “ragionevoli” – come orari ridotti, turni personalizzati o cambi di mansione – per evitare discriminazioni verso chi si fa carico di un familiare fragile.
Certo, non è la fine delle otto ore per tutti, ma sicuramente è l’inizio di un modo nuovo di guardare al lavoro: più umano, più flessibile, più reale. Perché dietro ogni badge c’è una persona, e dietro ogni turno c’è una vita che continua anche dopo le 13 o le 17. Forse la rivoluzione del lavoro non inizierà con robot e algoritmi, ma con un gesto di cura.
