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23 novembre in Alta Irpinia: sogni e sintomi a Compsa

Tra le mura della vecchia Conza c’è il respiro della storia. Il borgo devastato, il silenzio, l’area archeologica aperta solo per l’occasione. Il tour degli architetti finisce qui il 23 novembre 2019. Il respiro della storia e del ricordo contrasta con le prospettive e le occasioni per adesso mancate. La riqualificazione procede a passi lenti a 39 anni dal sisma. L’area archeologica risulta essere ancora in una fase pre-cantiere. Gli architetti camminano lungo un corridoio rialzato in legno. Per accedere al museo, qui è previsto il convegno, si sale lungo varchi e pietre. A pochi chilometri si sta discutendo di protezione civile, Lioni. Qui a Compsa il focus è sullo sviluppo.

Così il consigliere di De Luca per le aree interne, Francesco Todisco, va un po’ oltre la retorica. E parla anche di Conza della Campania a margine del discorso ufficiale. Conza come emblema di ciò che si può costruire, Conza come sintesi delle potenzialità inespresse. “La risposta migliore a quello che è accaduto 39 anni fa è sicuramente la pianificazione strategica in termini di funzioni e di costruzione di un territorio che possa essere attrattivo. Attrattivo per chi è andato e chi vuole venire a vivere. I territori devono sì vivere di paesaggio e turismo, ma il caso di Conza dice che questi percorsi non sono partiti. Ma il punto – spiega – è far partire politiche di sviluppo produttivo, industriali e agroindustriali. Il progetto pilota è un tassello di un ragionamento più complessivo. L’attenzione della Regione è rivolta sia alla strategia nazionale per le aree interne che alle infrastrutture. Stiamo dando risposte importanti ma ancora insufficienti rispetto a quello che serve all’Irpinia“.

Già, il progetto pilota e la strategia aree interne. A Conza manca Ciriaco De Mita, ma il presidente terrà un summit col governatore Vincenzo De Luca martedì a Nusco. Conza della Campania è tra le aree che dovrebbero beneficiare di fondi per la costruzione della rete museale. Rete museale vuol dire connettere i luoghi più belli dell’Alta Irpinia, a cominciare dall’Abbazia del Goleto, e lavorare per un’offerta unica per attirare visitatori e studiosi. Ma per connettere i luoghi devi prima accenderli, ristrutturarli. E il pulsante on sembra ancora nascosto chissà dove, magari martedì ce lo spiegheranno De Luca o i sindaci.

C’è anche l’assessore regionale al governo del territorio, Bruno Discepolo, che qualche tempo fa aveva parlato in termini più critici del percorso dei sindaci altirpini. Stavolta appare cauto. Parla di piani paesaggistici e dice: “La sfida è quella di rigenerare i territori. Recuperare ciò che già possediamo. I piani regionali possono contribuire tanto, ma altrettanto deve partire dall’azione dei livelli amministrativi locali“.

Sulla collina di Conza la giornata è per addetti ai lavori. Come a Lioni. Architetti da una parte e volontari e tecnici di protezione civile dall’altra. Il collante che unisce i due momenti è il treno Avellino-Rocchetta, che si ferma solo a Lioni causa lavori in corso sul lato orientale. Le iniziative per il 39esimo anniversario del sisma 1980 proliferano. A ogni categoria il suo spazio, per esempio i geologi stanno nell’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi. Nel frattempo a Conza vengono scattate centinaia, migliaia di foto. Il luogo resta suggestivo, splendido. “Ma non si può vivere solo di ricordo“, ammette Todisco. Conza è simbolo e sintomo, un sogno e un dispiacere. Dell’ambiente e della storia, le pale eoliche spuntano sui crinali e l’area del Wwf ha bisogno di un rilancio.

E dunque è passato anche il 39esimo anniversario. Che ha detto poco in verità, vuoi per la mancata sintesi vuoi perché i temi son troppi, aumentano pure. E c’è la sicurezza e lo spopolamento, e il turismo possibile e l’urbanistica. I soldi spesi e ciò che resta da spendere. Prendi Lioni. Il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola parla anche di eccellenze enogastronomiche nel suo breve intervento, davanti a lui però lo ascoltano donne e uomini in tute gialle e blu che si occupano d’altro. Siamo destinati a prepararci al 40esimo anniversario senza una direzione precisa. Con centinaia di ruderi e prefabbricati vuoti, con bellezze offuscate dal tempo e dalla lentezza. Con parole al vento e obiettivi sfocati. Senza nemmeno il complesso e odioso dilemma ambiente-lavoro, perché qui gli investimenti latitano sia tra gli opifici industriali che intorno al verde o all’azzurro.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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