Al cinema o in mostra, il fascino oscuro di Leonarda Cianciulli

L’oscura vicenda di Leonarda Cianciulli torna al cinema. Stavolta però la sua interprete ha lo stesso cognome e viene dal suo stesso paese: Montella. Dopo i precedenti film sulla serial killer – e dopo saggi, studi, canzoni, opere teatrali – ecco “Leonarda”. Per ora il trailer, a breve sugli schermi. E’ la vera storia della cosiddetta saponificatrice di Correggio, interpretata da Rosaria Cianciulli, giovanissima montellese entrata nel mondo del cinema dopo gli studi a New York. In un’opera diretta da Luca Brinciotti.

La vicenda è fin troppo nota. Leonarda Cianciulli venne ritenuta colpevole di tre omicidi e del vilipendio dei cadaveri nel paese in cui si trasferì dall’Irpinia. Colpevole di aver bollito almeno un corpo per ricavare sapone. Era il 1946. Una storia agghiacciante che non ha suscitato soltanto l’interesse dei criminologi. La pellicola più nota è Gran bollito di Mauro Bolognini, 1977, con Renato Pozzetto. E la Cianciulli, oltre a entrare nelle atmosfere black metal (e non solo) di diversi gruppi, è presente nel teatro di Lina Wertmüller. Oppure in una raccolta di racconti di Ligabue. Ora però questo film, Leonarda, dà alla protagonista un legame con le origini con la promettente Rosaria.  (GUARDA IL TRAILER)

Non è finita. La saponificatrice sembra essere l’assoluta protagonista della mostra sui serial killer a Jesolo (la mostra è aperta fino al primo maggio). Qui il 63% del pubblico ha “eletto” Leonarda come la “preferita” tra le assassine. “L’indice di inorridimento risultato dalle interviste rilasciate all’uscita da un campione di 1000 visitatori divisi equamente per sesso e fasce d’età comprese fra i 18 ed i 60 anni – hanno detto gli organizzatori a Veneziatoday – conferma che Leonarda Cianciulli supera per popolarità altre celebri assassine nazionali come Rina Fort, Milena Quaglini, ed altre. Dati confermati tra l’altro dalle vendite del merchandising legato alla figura di Leonarda Cianciulli, visto che in meno di tre mesi dall’apertura abbiamo venduto oltre 1400 tra saponette e biscotti con la sua immagine confezionati con le sue macabre ricette. Il tutto senza contare le decine di pubblicazioni a lei dedicate vendute al bookshop della mostra. Non siamo ancora riusciti a spiegarci il motivo di tanta fascinazione verso questa assassina che fra il 1939 e il 1940 ammazzò a sangue freddo tre donne nella cittadina di Correggio in provincia di Reggio Emilia, fatto sta che è la figura criminale femminile che rimane più impressa nella mente dei visitatori”.

 

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