Attualità

‘Conza non vuole più i rifugiati’, la protesta di ‘Io Voglio restare in Irpinia’

Il 1 luglio scade il termine relativo alla presentazione di progetti di accoglienza. Varie le realtà dell’Alta Irpinia interessate. Ha già dato l’ok alla ripresentazione del progetto il sindaco di Lacedonia, Antonio Di Conza. Anche da Sant’Angelo dei Lombardi sono propensi a ripresentare la domanda. Ma l’associazione Io Voglio restare in Irpinia protesta per Conza della Campania, una delle prime realtà ad accogliere rifugiati e richiedenti asilo.

La nota dell’associazione

Conza della Campania è un comune di 1300 abitanti nella provincia di Avellino, in Alta Irpinia. Il territorio è una delle “aree interne” del Sud del Paese, caratterizzate da un forte spopolamento, percentuali impressionanti di disoccupazione, assenza di servizi e mobilità adeguati.

Conza della Campania è stata anche l’epicentro del terremoto del 1980, migliaia di vittime, e una ricostruzione (costata decine di miliardi di lire, speculazione e inchieste) di cui oggi non resta più nulla. Il 1 luglio, scadrà il termine relativo alla presentazione di progetti di accoglienza, ma il Comune di Conza della Campania – per ragioni non ben definite – ha deciso di non rinnovare il progetto per lo Sprar, lasciando per strada 20 beneficiari e 14 operatori e decretando, conseguentemente, la chiusura del Centro.

Gli Sprar sono istituti di seconda accoglienza (riconosciuti come esempio positivo in tutta Europa) attivati dalla rete degli enti locali e dalle realtà del terzo settore e accedono al Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo. In Italia, ospitano 23mila rifugiati e richiedenti asilo in 400 Comuni. Hanno una natura sostenibile, fatta di numeri contenuti e modelli di integrazione rodati. Grazie al sistema Sprar, i richiedenti asilo hanno la possibilità di imparare l’italiano, svolgere attività utili alla comunità, frequentare tirocini e stage per l’inserimento lavorativo.

Tantissimi sono gli esempi di piccoli paesi ripopolati grazie ai migranti, che hanno trovato lavoro nei negozi del posto o nel volontariato della zona, evitando anche l’estinzione di vecchi mestieri della tradizione che la popolazione giovane non vuole più svolgere. Chiediamo, pertanto, al Comune di Conza della Campania di firmare il nuovo progetto e proseguire il lavoro di accoglienza svolto finora.

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