Don Gnocchi. Sibilia attacca, la Fondazione risponde

In merito alla decisione della Fondazione “Don Gnocchi”, che in tutta Italia conta circa 60 strutture ospedaliere e centri ambulatoriali di cui un presidio a Sant’Angelo dei Lombardi, di abbandonare il contratto nazionale per uno peggiorativo delle condizioni economiche e normative degli operatori sanitari interviene il deputato del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia. “In piena sintonia con il modello Marchionne – afferma il parlamentare avellinese – anche la Don Gnocchi annuncia l’apertura di una stagione contrattuale al ribasso visto che gli unici a rimetterci diritti e soldi saranno i lavoratori. In verità, la fondazione le cui casse vengono rimpinguate da finanziamenti pubblici, annunciò la decisione già nel marzo 2013 salvo poi trovare un accordo con i sindacati per sospendere l’operazione”. “Con il precedente accordo – aggiunge il portavoce 5 Stelle – i circa 5500 dipendenti hanno garantito a titolo gratuito prestazione ed orari oltre i limiti del contratto proprio per andare incontro alle esigenze aziendali. Ma sembra che quel sacrificio sia stato vano considerato il sorprendente annuncio di dover trovare nuove forme contrattuali. Ricordo a tutti che parliamo di un business delle strutture sanitarie da 275 milioni all’anno che gode di fondi statali ma che tratta i lavoratori con contratti del privato sempre più mortificanti”.

“Anche a Sant’Angelo dei Lombardi la Don Gnocchi è presente con un polo specialistico riabilitativo che offre un’ampia gamma di servizi curati da un’équipe formata da professionisti del settore che hanno reso la struttura un importante punto di riferimento a livello regionale ed extra regionale. Ebbene – conclude Sibilia – se, nonostante le tante convenzioni e i consistenti finanziamenti pubblici che riceve questa Fondazione, siamo ancora alle prese con problemi economici, chi dovrebbe pagare sono i manager e non i dipendenti anche questa volta trattati come ultima ruota del carro”.

LA RISPOSTA DELLA FONDAZIONE

Le strutture della Fondazione Don Carlo Gnocchi oggi presenti in Italia che sono 28 e non 60, come riportato.

Precisiamo inoltre che il 94% dell’attività della Fondazione è accreditata e contrattualizzata con le istituzioni pubbliche. Dalla sua nascita infatti, la Fondazione ha fatto la scelta di integrarsi con il Servizio Pubblico e come tale di svolgere un servizio pubblico. Quando si è trattato di erogare prestazioni “in solvenza”, è sempre stato fatto in forma di “privato sociale”, in modo che l’accesso ai servizi fosse sempre sostenibile a tutti.

 

LE PRECISAZIONI 

La Fondazione Don Gnocchi applica attualmente il contratto della sanità privata – ai livelli economici più elevati – largamente diffuso nelle strutture che si occupano di pazienti in fase acuta (ospedali, case di cura…). Tale contratto risulta eccessivamente oneroso rispetto alle tariffe riconosciute dalle Regioni e dai Comuni per i servizi sanitario-riabilitativi e socio-sanitari erogati dalla Fondazione prevalentemente a disabili, malati cronici, anziani non autosufficienti… Le tariffe riconosciute per tali attività sono legate a ben altri parametri contrattuali, decisamente inferiori a quelli generati dal contratto applicato dalla Fondazione.

L’accordo sottoscritto con le organizzazioni sindacali oltre due anni fa, per fronteggiare la crisi e tutelare i livelli occupazionali della Fondazione, includeva anche l’esplicito impegno ad «attualizzare e/o modificare le norme contrattuali sulla base delle reciproche esigenze». Tale impegno – a fronte del quale la Fondazione aveva sospeso la disdetta data al contratto già nel luglio 2013 – non ha però avuto esito.

 

L’adozione di un contratto, già applicato da altri operatori del settore, ha l’obiettivo di garantire la sostenibilità economico-finanziaria dell’ente: nel merito, la Fondazione ribadisce la garanzia della stabilità retributiva per tutto il personale dipendente, contestualmente alla stabilizzazione delle 38 ore settimanali, previste da molti contratti collettivi nazionali.

 

Esprimendo la propria riconoscenza agli operatori per il pacchetto delle 80 ore annuali e dei due giorni di ferie messi a disposizione negli ultimi due anni, la Fondazione Don Gnocchi ribadisce ancora una volta la propria disponibilità al proseguimento del confronto con le organizzazioni sindacali.

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