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‘Eolico e rifiuti, il tema è unico’

Al circolo della stampa di Avellino si son ritrovati i comitati anti-eolico selvaggio di Alta Irpinia e Baronia. Assemblea pubblica organizzata dall’Associazione Info Irpinia insieme al coordinamento dei comitati stessi. La rete di associazioni ha voluto fare il punto su quello che è avvenuto nello scorso anno fino all’ approvazione della nuova delibera regionale. “Il nostro intento – ha spiegato Francesco Celli, presidente di Info Irpinia – era quello di raccontare ciò che è avvenuto da un anno a questa parte, le azioni messe in campo per cercare di fare chiarezza rilanciando le nostre battaglie contro l’eolico selvaggio, in quanto l’obiettivo che ci siamo dati è quello di contrastarlo per preservare il nostro territorio. Dalla legge 387 del 2003, da quel momento in poi, sotto la clausola di indifferibilità ed urgenza per tutto ciò che fa parte dello sviluppo eolico, abbiamo avuto l’installazione di tantissimi parchi anche contro le comunità, anche contro i vincoli paesaggistici e di altro genere che erano insiti sul territorio e che però non sono stati né rispettati, né fatti rispettare. Ad oggi noi abbiamo superato il 6,3% della produzione di energia nazionale preveniente dal vento. Per contrastare tale scempio ambientale il 4 dicembre del 2015 nasce il coordinamento dei comitati: associazioni e comitati che prima stavano lavorando sulla questione eolico ognuno per conto proprio trovano una sintesi, un’unione. Il coordinamento nasce sulla base dell’indipendenza, sul merito, prefissandosi obiettivi senza avere indirizzi politici e partitici”.
Francesco Celli ha approfondito ad Avellino la crono-storia sulla questione eolico selvaggio: “Il 5 aprile scorso, sempre sotto la spinta dei comitati e delle associazioni, arriva con la moratoria Bonavitacola-Iannace uno dei primi risultati dei comitati, ovvero la sospensione per 180 giorni di nuovi impianti, nuovi permessi. Il 4 ottobre 2016 poi abbiamo chiesto una proroga della moratoria fino alla realizzazione del PEAR ed invece la Giunta Regionale della Campania ha approvato la delibera n. 533 sui cosiddetti siti non idonei”. Tale norma regola l’installazione di impianti eolici in aree che presentano vulnerabilità ambientale, a rischio idro geologico, nelle zone individuate come beni paesaggistici, in parchi regionali, riserve naturali ed in aree sottoposte a vincoli di pregio agricolo. Nello specifico la delibera prevede che gli impianti già in esercizio ovvero autorizzati e in costruzione prima dell’entrata in vigore delle presenti disposizioni, al termine della vita utile degli stessi, qualora ricadano in aree individuate non idonee, debbano essere invece smantellati. Si vedrà. Rocco Pignatiello, comitato di Lacedonia, è intervenuto sulla delibera regionale. “L’impegno che noi comitati dobbiamo tenere è di vigilare, controllare che le cose che sono state dette nella norma siano rispettate. Infatti credo che, se verranno applicate tutte le regole lì definite, sarà possibile evitare altre pale eoliche. Però dobbiamo chiedere che questa delibera sia migliorata nella parte riguardante il sistema di vigilanza e di controllo”. Francesco Celli infine nelle conclusioni “Il problema dell’eolico è un problema devastante, impattante, una questione sociale fondamentale per questo territorio così come l’inquinamento ambientale nella Valle del Sabato”. Presente in platea anche Franco Mazza del comitato Salviamo la valle del Sabato. “Sono questioni che vanno nella stessa direzione e spero possano essere un unico tema. Il tema di questa terra non vista più come punto di sfruttamento per qualcuno che viene qua e fa ciò vuole, perché c’è una parte di politica e di amministrazione che si vende. Noi dobbiamo avere il coraggio di dirlo e ci dobbiamo opporre fermamente“.
Titty D'Agnese

Laureata in Giurisprudenza, avvocato a spasso, cittadina irpina attiva e partecipe, "bimba scema" che si è sognata il treno, animo mediterraneo, follemente innamorata della sua terra d'origine, l'Irpinia, luogo ricco di colori e contrasti forti, di borghi, contrade e folklore. Da montemaranese purosangue non disdegna "pizza e menestra" e un buon bicchiere di vino.

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