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Rifiuti a Chianche, anche Liberi per Altavilla dice NO

“Se per davvero allo Stretto di Barba arriverà un simile impianto vorrà dire che una chiara parte politica ha scelto di far diventare la nostra zona una pattumiera con danni incalcolabili non solo all’ambiente, ma anche al tessuto economico dell’intera vallata. Purtroppo il silenzio di molti esponenti locali del Partito Democratico ne è la conferma”. Inizia così la nota di Liberi per Altavilla, gruppo che sostiene il sindaco Mario Vanni, in merito alla possibile realizzazione di un impianto per il trattamento di rifiuti organici in località Stretto di Barba a Chianche. Siamo nelle terre del Greco di Tufo e la protesta cresce di giorno in giorno. Contro la decisione della Regione Campania, seguita alla disponibilità del sindaco di Chianche Carlo Grillo, si è costituito sabato un comitato. Contrario anche il sindaco di Tufo. Da Altavilla accuse e precisazioni dopo le dichiarazioni rilasciate dal consigliere delegato all’Agricoltura del governatore De Luca, Franco Alfieri. 

“Attendiamo la posizione del gruppo consiliare PD di Altavilla Irpina il cui impegno ambientale, speriamo, non si sia limitato a far spostare di 5 metri il parcheggio del compattatore comunale – scrivono – Oltre alle 12 osservazioni contenute nella Delibera di Giunta n.12 del 23/01/2017 adottata dal Comune di Altavilla Irpina, è opportuno chiarire a questi esimi esponenti del Partito Democratico, ma soprattutto ai cittadini della media Valle del Sabato, che:
1) Non si tratta di impianto di compostaggio, ma di biodigestore (aerobico o anaerobico, non è dato ancora sapere). I due sistemi sono diametralmente opposti: “La sostanza organica (SO) o biomassa contenuta nei rifiuti urbani e/o negli scarti vegetali delle attività agricole, può essere degradata, stabilizzata ed eventualmente trasformata in fertilizzante in due modi: aerobico (all’aria) e anaerobico (in assenza d’aria). L’aerobico demolisce la sostanza organica in modo “naturale” e non produce gas combustibili. Se utilizza SO selezionata (da raccolta differenziata spinta, sfalci e potature verdi) produce un fertilizzante ottimo per impieghi in agricoltura e florovivaismo nella forma di compost di qualità. L’anaerobico agisce per lo più a caldo, con produzione di metano e altri gas (bruciati per ottenere energia termica e/o elettrica) e di percolato liquido inquinante. Il rifiuto esausto (digestato) viene poi “stabilizzato” in presenza d’aria e, a seconda della tipologia, dà origine a un prodotto che i fautori chiamano in modo improprio e truffaldino “compost”, ma che invece ha una composizione chimica e una qualità nettamente inferiore al vero compost aerobico, oppure genera un nuovo rifiuto da portare ancora in discarica. Inoltre le biomasse attualmente previste negli impianti di digestione anaerobica – aerobica fanno riferimento alla FORSU. Ma sappiamo che il termine nasconde ben altro rispetto al solo organico separato con la raccolta differenziata spinta e quindi comprende una vastissima serie di codici CER che spaziano dagli scarti agro industriali a quelli legati al comparto carni, lattiero caseario, ecc.
2) La Regione prevede in Irpinia la costruzione di due impianti (Chianche e Conza della Campania) da 30mila tonnellate/anno di frazione organica e in prospettiva l’adeguamento dello Stir di Pianodardine. Una capacità che va ben oltre la frazione organica prodotta in Irpinia. Quindi gli ultimi spazi incontaminati delle aree interne (in particolare l’Irpinia, ma anche il Sannio) verranno utilizzati come immondezzaio regionale, panacea delle strumentali inefficienze delle province di Caserta e Napoli.
3) La scelta non è stata effettuata “su indicazione del territorio, ma da un sindaco di un piccolo comune”. L’architetto Carlo Grillo eletto nel 2012 (quindi in scadenza di mandato) sindaco di Chianche grazie a 244 voti non rappresenta l’intero territorio coinvolto da questa scellerata scelta, ma un piccolo comune di 475 abitanti.
4) Rifiuti come risorsa o meglio un’occasione per creare nuovi posti di lavoro. E da chi saranno gestiti?. Ancora una volta è inaccettabile che si pensi all’occupazione (stiamo parlando di 20/25 posti di lavoro) non con un piano di investimenti seri, ma come una “scusa” per realizzare impianti e opere dannosi per il territorio. Inoltre il lavoro e la salute delle persone e dei territori non possono essere contrapposti, ma vanno entrambi tutelati. Per ora questa scellerata localizzazione ha incassato il no del sindaco di Altavilla, dei consiglieri di opposizione di Chianche, del PD di Tufo che fa riferimento al consigliere comunale Buonomo e di diversi cittadini e operatori economici del settore preoccupati per il futuro dell’area e per la permanenza dei requisiti di riconoscimento di origine controllata e garantita.
Insomma le pressioni dell’osservatorio regionale dei rifiuti e dei vertici provinciali del PD, peraltro non confermate dal comportamento e dalle dichiarazioni del Vicepresidente della Regione Campania e Assessore regionale all’Ambiente e all’Urbanistica, Bonavitacola, stanno trovando un muro sul territorio di riferimento che cerca di difendere la propria terra da oscure manovre politiche di personaggi che hanno fatto il loro tempo e che vorrebbero continuare a fare guasti con politiche clientelari dannose per il territorio. Noi – concludono – continueremo a mantenere alto il livello di guardia e a monitorare costantemente il nostro territorio rispetto alle problematiche ambientali e a prevenire eventuali circostanze critiche prima che sia troppo tardi”.

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