Irpinia, e se i 5stelle scardinassero il duopolio Pd-Udc?

Le elezioni amministrative di primavera – al voto tra gli altri Solofra, Atripalda e Montemarano – saranno soltanto l’antipasto di una sfida lunga un anno. Nel 2018 il piano provinciale e quello nazionale potrebbero intrecciarsi definitivamente. Si assisterà alla battaglia finale tra i 3-4 blocchi in gioco (in Italia), con un’Irpinia che considerata la presenza dell’Udc di De Mita vede almeno un blocco in più.

Non si conosce la data delle politiche né la legge elettorale. Sappiamo però che dopo la tornata 2017 i riflettori si sposteranno subito, o quasi, su Avellino e Sant’Angelo dei Lombardi. In Alta Irpinia De Mita proverà a prendersi, riprendersi o confermare un bel gruppetto di Municipi. Partendo da tre Comuni non esattamente vicinissimi a lui nel lungo e travagliato percorso del Progetto Pilota: Sant’Angelo appunto, Conza e Rocca. Per rimettere la bandierina su Caposele, dove si prevede battaglia durissima, e altri. E di provare a conquistare il capoluogo che è una sorta di tabù.

Una dinamica e una volontà lineare, per ciò che si è visto in questi anni dopo una serie di Comuni passati dal Pd allo Scudo Crociato (Bisaccia, Bagnoli, Torella per esempio). Ma in generale il quadro politico è in evoluzione. Saranno solo l’Udc e il Pd a giocarsi la partita, con i due partiti che a seconda delle situazioni andrebbero a braccetto o allo scontro? Difficile dirlo al momento. Di sicuro anche nella remota Irpinia l’eco del nazionale potrebbe arrivare a sconvolgere il quadro e i piani. Ma a volte non basta la spinta globale. Bisognerà attendere questa primavera per rendersi conto della forza e della volontà del M5S di radicarsi nei Comuni. Con un ingresso in campo almeno nelle realtà più importanti, poi non si potrà escludere un terzo e rilevante attore in gioco anche per il 2018. Che ad Avellino ci sia l’intenzione di correre ancora, stavolta con concrete chances di ballottaggio e quindi di vittoria, è acclarato. Per i piccoli comuni, importanti o meno, riportiamo per il momento la linea già espressa da Carlo Sibilia in altre occasioni. Il Movimento è disponibile a dare il simbolo di partito a una lista ma solo dopo un un percorso chiaro, definito, strutturato. No ai grillini dell’ultima ora insomma.

Forti di una buona affermazione nel voto tra gli amministratori per le Provinciali, ci sono gli uomini di Scelta Civica che ora strizzano l’occhio al Pd. A Palazzo Caracciolo non ha fatto breccia e non poteva farlo Sinistra Italiana, troppo pochi gli amministratori in carica. E in futuro il timone della sinistra, chissà, potrebbe passare agli “scissionisti” del Pd. Democratici e Progressisti, se si votasse domani, punterebbero realisticamente a eleggere consiglieri comunali fondamentalmente ad Avellino.

E veniamo agli altri, le destre. Con una Forza Italia che attende ancora lo sprint del leader, le incognite abbondano. C’è l’associazione Primavera Irpinia di Sabino Morano che è sempre molto presente sulle questioni principali. La stessa però non ha escluso con Giovanni D’Ercole un percorso con De Mita nell’arena di Avellino. Ulteriore segno, ma lo sapevamo già, che il confine tra demitiani e non-demitiani non è mai troppo netto (a destra come a sinistra).

Sempre nel pianeta delle destre, vedremo la capacità di inserimento dei Salviniani. Che al momento battono su un unico tasto, i migranti nei Comuni. Forse troppo poco per prendersi una fetta rilevante di consensi. Quello che accadrà nel mondo provinciale di Forza Italia dipenderà, come sempre è accaduto, dalla spinta su scala nazionale. Neanche con Silvio Berlusconi all’apice il partito fu capace di sfondare nelle comunità (essenzialmente lo aveva fatto soltanto nell’urna principale delle politiche). E allora, se per questi motivi è poco probabile un’azione del centrodestra volta a scardinare il duopolio Pd-Udc, lo stesso non si può dire per i Cinque Stelle.

Luigi Di Maio ha parlato delle tappe per la vittoria anche da Montemarano. Nelle città, in Sicilia, in Italia. Non si è affatto lanciato sull’Irpinia, la palla è di Carlo Sibilia. Ma la visita del primo a Montemarano può comunque considerarsi un segnale. Il vero tema, nei 5stelle, resta il meccanismo di selezione. Per le comunità si aggiunge anche il complicato ingranaggio perché una lista possa vedersi riconosciuto il simbolo. Il sistema dei MeetUp appare quantomeno in standby, nel senso che almeno a Est del capoluogo restano i nuclei storici. Un meccanismo da individuare oppure da oliare. “Probabilmente – dice un simpatizzante dopo l’incontro di Montemarano – o Grillo non lo conosce ancora… oppure lo conosce troppo bene“.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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