‘Mai rifiuti a Senerchia’: proposta bocciata

L’opposizione chiede di non ospitare mai inceneritori e affini, la maggioranza respinge. Tutto nel corso del consiglio comunale di venerdì scorso. Motivazioni tecniche ma anche di indirizzo alla base del voto della maggioranza, che si poggiavano sul paese del responsabile del settore amministrativo. Questo non significa che Senerchia ospiterà un impianto del genere, certo. Ma il gruppo di minoranza chiedeva quantomeno una garanzia e questa non è stata data.
I consiglieri Stefano Famiglietti, Claudio Mazzone e Pietro Trimarco avevano presentato la mozione facendo leva sullo Statuto comunale. Uno Statuto che in una parte recita: “…promuove lo sviluppo delle attività produttive nel rispetto delle compatibilità ambientali”. Così, in un momento in cui anche l’Irpinia si mette in discussione per ospitare impianti di lavorazione dei rifiuti, gli stessi consiglieri intendevano ottenere una formalizzazione dell’impegno sulla difesa del territorio da strutture impattanti o inquinanti. A Senerchia c’è verde, montagna, oasi wwf. Inserita in una valle dell’Alto Sele che sta puntando su turismo e natura.
“Per dette finalità – c’era scritto nella mozione che intendeva modificare lo statuto – si fa divieto assoluto all’installazione di inceneritori, termovalorizzatori, discariche, siti di stoccaggio e trattamento rifiuti…“. Questo anche per la “vocazione agricola” del paese. E per promuovere le attività legate a questi comparti. Nulla da fare per il momento. Senerchia conserva il precedente Statuto. La questione rifiuti non riguarda direttamente Senerchia ma è chiaro che qualcosa potrebbe accadere in futuro. Il piano di De Luca sui rifiuti è già stato messo in discussione. Conza ha ritirato la disponibilità a ospitare un impianto di compostaggio. Anche Cairano ha fatto un passo indietro (anche se era stata scelta Conza). Su Chianche, anch’essa individuata dalla Regione, la battaglia si fa durissima. Insomma, a meno di un clamoroso stop al piano sull’Irpinia da qualche parte occorrerà lavorare l’umido. Sul “dove” c’è un bel punto interrogativo.
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